Europlot Daily – 19 aprile 2018

Dall’Eurogruppo al Jumbo Council
Angela Merkel ha in mente un piano tutto suo per gestire l’eurozona. L’idea consiste nell’allargare l’Eurogruppo ai ministri dell’economia e/o dello sviluppo economico, un ruolo che in molti paesi è separato da quello del Ministro delle finanze, come in Germania, Italia e Spagna ma non in un paese a caso come la Francia. C'è anche un nome: Jumbo Council. Secondo Handelsblatt, l’apparato che ha in mente la Merkel non dovrebbe riunirsi una volta mese come quello l'attuale, ma solo ogni tanto, e avrebbe l'obiettivo di rafforzare la competitività dell'eurozona e la coesione tra gli stati membri. Per i critici, allargando l'eurogruppo a tutte le aree della politica economica (riforme strutturali, mercato del lavoro, investimenti, ecc.) e riunendo più ministri intorno al tavolo, si diluisce il potere decisionale e si crea un parlatorio inutile. Questo mette anche la Merkel in rotta di collisione con l’alleato perché il nuovo Ministro delle finanze in quota SPD Olaf Scholz a Bruxelles si troverebbe affiancato dal Ministro dell’economia in quota CDU Peter Altmaier, fedelissimo della Cancelliera La Francia ha sempre sostenuto l’Eurogruppo a 19 come punto di partenza per la riforma dell’eurozona, questa mossa però conferma i sospetti che la Merkel abbia intenzione di sostenere queste rivoluzioni istituzionali piuttosto che fare riforme comunitarie. Ovviamente, il primo paese ad appoggiare il progetto è l’Olanda. Oggi la Merkel e Macron si vedranno per parlare anche di questo.

Conflitto in Siria: la minaccia saudita
America e Arabia Saudita preparano un’armata arabo-sunnita per contrastare le milizie sciite e impedire ad Assad di riprendersi tutta la Siria. Nel frattempo l’esercito lealista si lancia alla conquista delle ultime sacche ribelli e gli ispettori dell’Opac vengono attaccati e costretti a rinviare le indagini sull’attacco chimico. La guerra siriana è molto lontana sia da una normalizzazione del conflitto che ovviamente da una soluzione diplomatica. Scorrerà ancora molto sangue.

Erdogan va a elezioni anticipate
La Turchia prolunga lo stato d’emergenza mentre Erdogan annuncia che si andrà al voto anticipato per le elezioni presidenziali e legislative il 24 giugno, invece che il 3 novembre 2019. Erdogan vuole incassare il dividendo del consenso nei suoi confronti per superare le difficoltà economiche del Paese e rilanciare i suoi progetti di grandezza. Questa mossa suscita molta preoccupazione in Grecia, le relazioni Atene-Ankara (mai state buone) stanno peggiorando.


Partenariato economico Ue-Giappone

La Commissione europea ha firmato un accordo di partenariato economico con il Giappone, che prevede l’abolizione del 90% delle tariffe doganali, e un'intesa commerciale con la città stato di Singapore.

Martin Selmayr resta al suo posto
I parlamentari europei l'avevano definito un golpe ma la promozione di Martin Selmayr ai vertici dell'amministrazione della Ue è confermata dopo che il Parlamento europeo ha ritirato la richiesta di dimissioni. La Commissione ha sempre detto di non aver violato nessuna regola, ma è alta l’indignazione.

Mario Draghi sotto osservazione
Gli ispettori interni della Ue hanno espresso “disappointment” nei confronti della scelta di Mario Draghi di non uscire dal gruppo di banchieri e finanzieri noto come Gruppo dei 30.

L’allarme del Fmi
Il Fmi dice che la priorità dell'Italia dev'essere un risanamento fiscale credibile e ambizioso per porre il debito su un solido percorso discendente. Nei due rapporti – Fiscal Monitor e GFSR – il Fmi lancia un’allerta sul debito globale ai massimi storici e sulla stabilità finanziaria, anche di breve termine.

La riscoperta della razza tedesca
L'Austria vuole aprire i propri consolati ai sudtirolesi di lingua tedesca e ladina, anche nei Paesi con una rappresentanza diplomatica italiana. Si riaccende anche il dibattito sulla concessione del doppio passaporto. Kurz sta imitando la politica di Orban, che ha dato la possibilità di ottenere la cittadinanza immediata agli ungheresi che vivono nei territori dell’ex-Ungheria del vecchio impero austro-ungarico.

Federico Bosco

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