Europlot Daily – 9 maggio 2018

L’accordo sul nucleare iraniano
Donald Trump ha annunciato che non firmerà il documento che sospende le sanzioni all’Iran, che anzi torneranno in vigore e saranno estese anche a chi fa affari e aiuta Teheran, uscendo dall’accordo siglato a Vienna nel 2015 con la repubblica islamica e Russia, Cina, UK, Francia e Germania. Gli altri intendono restare fedeli all’accordo, ma l’Iran ha puntualizzato che il testo non deve essere rinegoziato: a rischio c’è un business che vale 20 miliardi di euro, l’Italia è parte lesa. Lo spirito dell’accordo era morto da tempo. I rapporti USA-Iran si sono guastati a causa dell’impegno iraniano in Siria, Iraq e Yemen per allargare la propria sfera d’influenza in Medio Oriente, innescando la prevedibile reazione di Arabia Saudita e Israele, che hanno fatto asse e trovato appoggio negli apparati statunitensi. Secondo Trump, la bomba atomica non sarà evitata con un accordo così, a tempo limitato, che non stabilisce controlli completi, non riguarda le armi convenzionali né la sponsorizzazione del terrorismo. Nel discorso di ieri sera Trump ha però aperto alla possibilità di un nuovo accordo, una “soluzione reale” che sostituisca quella dell’amministrazione Obama. Adesso vedremo gli europei che vanno dall’Iran a fare il poliziotto buono mentre gli USA continueranno a fare il poliziotto cattivo e Israele il lavoro sporco.

Il ruolo di Macron, il buono
La diplomazia francese avrà un ruolo fondamentale. Macron incontrerà Putin alla fine del mese per discutere del programma missilistico e l'espansionismo iraniano. Già dopo la visita a Washington Macron aveva parlato con Putin e Rouhani per spiegare i suoi piani. Nonostante la dichiarazione ufficiale iraniana secondo cui il JCPOA non è negoziabile, secondo l'Eliseo sembra esserci un vero dialogo per preservare gli elementi essenziali dell'accordo.

La rappresaglia preventiva
Ieri sera le forze armate israeliane hanno allertato la popolazione della Galilea per un possibile attacco missilistico iraniano proveniente dalla Siria. Le IDF hanno comunicato di aver rilevato attività anomala oltre la frontiera del Golan e hanno sferrato un attacco preventivo in una base vicino Damasco uccidendo nove iraniani. La strategia di Israele e USA contro l’Iran consisterà nel mettere in ginocchio l’economia della repubblica islamica con l’applicazione delle sanzioni da una parte e con i costi di un maggiore impegno militare dall’altra, causato da attacchi israeliani più violenti nei confronti delle truppe iraniane dislocate in Siria. Avendo messo i suoi soldati così vicine a Israele l’Iran si è messo in condizione di essere colpito direttamente, e ormai non può sottrarsi. Intanto, oggi Netanyahu è a Mosca per assistere alla grande parata che celebra la vittoria sovietica nella Seconda guerra mondiale, seguirà un vertice con Putin. Anche questo è un asse importante, il più importante, costruito e consolidato lontano dai riflettori.


Corea del Nord
Continua la distensione tra Washington e Pyongyang. Mike Pompeo oggi è in Corea del Nord per preparare l'incontro tra Kim Jong-un e Donald Trump. Secondo Seul, Pompeo tornerà in patria con tre americani tenuti finora prigionieri da regime nordcoreano.

Crisi politica in Armenia
Nikol Pashinyan è il nuovo primo ministro dell’Armenia. L’esponente dell’opposizione che aveva guidato le recenti manifestazioni, dalle quali sono scaturite le dimissioni dell’ex premier Sargsyan, ha ricevuto la fiducia di quasi il 60% dei parlamentari armeni. Quella in Armenia è una lotta di potere interna, non una rivoluzione colorata, l’asse tra Yerevan-Mosca rimarrà saldo.

Il gasdotto EastMed
Grecia, Cipro e Israele, hanno concordato di firmare un accordo entro il 2018 per la costruzione del gasdotto EastMed che fornirà all'Europa gas proveniente dal Mediterraneo orientale. Israele, Cipro ed Egitto hanno scoperto grandi quantità di gas naturale nel bacino levantino del Mediterraneo orientale e stanno attualmente valutando sinergie per lo sfruttamento. Il progetto ha il sostegno della Commissione europea, che cerca fonti energetiche alternative per diventare meno dipendenti dall'approvvigionamento di gas russo. L’Italia sarà coinvolta sia per l’attività dell’Eni che per l’attraversamento dei gasdotti.

L’industria tedesca colpisce ancora
L'Autorità federale tedesca per i trasporti automobilistici ha annunciato ieri che sta indagando l'Audi per aver installato installare nelle centraline dei suoi veicoli un software per taroccare i controlli sulle emissioni. Se i sospetti saranno confermati dalle indagini, ci sarà un richiamo di 33.000 automobili in Germania e 60.000 nel resto del mondo, un disastro finanziario per le casse di Audi.

Federico Bosco

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