Le ragioni della sconfitta di Corbyn


di Thomas Fazi



Le elezioni britanniche di ieri hanno decretato il trionfo dei conservatori e il crollo del Labour di Corbyn.

Purtroppo era quasi scontato che andasse così. Le ragioni sono molteplici ma al primo punto c'è la scarsa cognizione, comune a buona parte dei movimenti/partiti neosocialisti occidentali, della fase storica che stiamo attraversando. A Corbyn e ai suoi - così come a Sanders negli USA - va senz'altro riconosciuto il merito di aver abbandonato la "terza via" social-liberista in materia di politica economica e di aver messo in campo un programma economico piuttosto avanzato (per quanto viziato da alcuni errori macroeconomici di fondo ma sorvoliamo) basato sulla rinazionalizzazione di diversi settori, sul rilancio del welfare, sulla redistribuzione della proprietà azionaria delle grandi imprese ai lavoratori, su un massiccio piano di investimenti verdi ecc.


Tuttavia, siamo su un piano iper-economicista che, piaccia o meno, non è quello su cui oggi si può pensare di costruire un consenso di massa. Chi pensa che la sinistra socialista oggi possa vincere semplicemente promettendo "il pane e le rose" si sbaglia di grosso. Colpevole anche la devastazione sociale e la depolicitizzazione operata dal neoliberalismo, è soprattutto sulle questioni "culturali" (per certi versi "pre-politiche") che oggi si costruisce il consenso: questioni cioè che riguardano l'identità collettiva della comunità nazionale (e lo sgretolamento della stessa), i valori di fondo dell'ordine sociale, le regole alla base della convivenza civile (tema che va ben al di là del semplice bisogno di "sicurezza"), la natura dei rapporti sociali (e persino "familiari") ecc. Tutte questioni che hanno riportato alla ribalta (e che sono racchiusi in) macro-temi quali la sovranità nazionale e i confini, distillati nel contesto inglese nella questione della Brexit.


Purtroppo su tutte queste questioni la sinistra occidentale in generale e la sinistra britannica in particolare non hanno nulla da dire e quando dicono qualcosa dicono le cose sbagliate: vedasi - per quanto riguarda il Labour di Corbyn - l'insistenza per l'abbattimento dei confini, il cosmopolitismo multiculturalista, l'infatuazione irrazionale per l'Unione europea ecc., che hanno portato il partito, di fatto, a schierarsi contro l'esito del referendum sulla Brexit. Pensare che tali questioni vadano evitate perché "intrinsecamente di destra" o che la soluzione consista semplicemente nel dire l'opposto di quello che dice la destra rappresenta un errore fatale. O le questioni economiche - ossia le politiche necessarie per una trasformazione della società in senso socialista - vengono legate a una prospettiva "culturale" più ampia che sia in grado di dare risposta anche al disagio "pre-politico" di cui sopra, o la sinistra - anche quella neosocialista - è destinata a continuare a perdere.

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