Guido Salerno Aletta - I "nessi inquietanti" tra clima e virus e il nuovo "contratto sociale"

di Guido Salerno Aletta

C'è un nesso inquietante, quasi diabolico, tra i due mantra ricorrenti di questi tempi: al pericolo per il genere umano che deriva dal riscaldamento globale si è aggiunto da circa un anno il pericolo per la vita degli uomini che deriva da una pandemia preannunciata come interminabile.

La colpa è di un virus in continua mutazione, di fronte a cui non c'è una "cura" come avviene per le altre malattie, che va contrastato attraverso la "prevenzione", sia in termini di distanziamento sociale che di vaccini.


Questi due "pericoli" fanno sì che gli Stati impongano misure che stanno condizionando in modo sempre più ferreo i nostri comportamenti quotidiani.


La "Sicurezza degli uomini" e la "Protezione della vita umana" sono concetti profondamente diversi; nella lingua inglese, la prima viene espressa con il termine "Security", mentre la seconda con quello di "Safety". In italiano, invece, usiamo quassi indistintamente il termine "Sicurezza".

Da millenni, lo Stato si è garantito il monopolio della forza per garantire la sicurezza: il diritto penale gli conferisce la potestà punitiva affinché i cittadini non ricorrano direttamente alle armi per difendersi dalle aggressioni. Caos, vendette, soprusi, sarebbero la regola: per questo interviene lo Stato: "ne cives ad arma ruant", dicevano i Romani.
I controlli di identità, la disciplina sulla detenzione delle armi, le misure di polizia di sicurezza volte a tutelare la liberta personale e la disponibilità dei beni, quelle di polizia giudiziaria volte a rintracciare i colpevoli di ogni tipo di reato, le intercettazioni delle comunicazioni, le segnalazioni sulle transazioni finanziarie sospette, i controlli agli aeroporti ed agli stadi con i metal detector. La lista delle misure è lunghissima.

PRIMO NESSO: è il comportamento umano ad essere la fonte di rischi, sia per il riscaldamento globale che per la diffusione del contagio epidemico. Il futuro del Pianeta e la sopravvivenza al Virus dipendono dai comportamenti umani, che lo Stato deve controllare e modificare.

E' il comportamento degli uomini ad essere la fonte dei rischi, la causa che determina la necessità degli Stati di intervenire per "proteggere" il futuro dell'umanità dai cambiamenti climatici ed oggi stesso la vita degli uomini dal diffondersi dell'epidemia.

Le cause del riscaldamento globale sono antropiche: se c'è il rischio che l'umanità scompaia, la colpa è degli uomini e dei loro comportamenti.

I mutamenti climatici, indotti dal riscaldamento globale, daranno luogo a fenomeni estremi, come i cicloni distruttivi. Lo scioglimento delle calotte polari provocherà l'innalzamento del livello degli oceani che sommergeranno le aree e le città costiere. La siccità, per carenza di piogge, provocherà la desertificazione delle aree temperate e carestie bibliche.

La sopravvivenza della stirpe umana, che è messa a rischio, ha una causa antropica: deriva dall'uso crescente ed incontrollabile dei combustibili fossili, carbone, petrolio e metano.

L'Umanità, se vuole sopravvivere, deve cambiare modello di sviluppo e soprattutto le fonti energetiche: solo la Green Economy salverà il Pianeta, e l'Uomo con esso.

Anche per quanto riguarda l'epidemia di Coronavirus, i comportamenti umani sono i principali fattori di rischio nella diffusione del contagio.

Dalla imposizione della mascherina al mantenimento di una distanza minima interpersonale, dalla chiusura dei locali in cui si dice che è difficile far rispettare il distanziamento, fino al confinamento in casa ed ai divieti di spostamento.

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