L'eminenza grigia francese Alain Minc a Die Welt: "La Merkel ha mostrato un autoritarismo mostruoso"

di Von Martina Meister - Die Welt

7 febbraio 2021

Alain Minc, 71 anni, è l'eminenza grigia della Francia. Il 71enne non ha mai ricoperto una posizione di rilievo nella sua carriera, né negli affari né in politica. Ma, da decenni, è consulente del presidente francese e gli alti dirigenti delle società CAC 40, le principali società francesi.

Ci riceve per una chiacchierata nel suo ampio ufficio in una delle strade più costose di Parigi. Sul muro ci sono due foto a grandezza naturale dello scrittore irlandese Samuel Beckett, scattate da Richard Avedon.

Minc conosce bene la Germania. Nonostante i suoi quattro nonni siano stati assassinati durante l'Olocausto, nel 2013 ha cantato le lodi del “Paese più democratico e più sano d'Europa” con il suo libro “Vive l'Allemagne!”.

DOMANDA: Monsieur Minc, Angela Merkel lascerà presto la scena politica. Come valuta il suo cancellierato?

RISPOSTA: Ogni volta che si discute del bilancio del cancellierato di Angela Merkel, si sostiene che ella è la grande signora del consenso. Lo è, ma allo stesso tempo ha ripetutamente e talvolta accidentalmente mostrato un autoritarismo oltraggioso: quando, dopo Fukushima, improvvisamente e brutalmente decise l’uscita dal nucleare; quando pronunciò lo slogan “noi ce la facciamo” [“wir schaffen das”] e volle accogliere un milione di migranti; quando lei sola decise di sostenere il Recovery Fund.

Molti persistono nell’errore di giudicare che il sistema tedesco, a causa della sua natura consensuale, sia condannato all'impotenza politica. Tali tre decisioni, che Merkel ha preso da sola, dimostrano che non è così, perché influenzeranno profondamente la Germania per decenni.

DOMANDA: L'elezione del presidente della CDU ha ricevuto poca attenzione in Francia. Perché?

RISPOSTA: Nel complesso, questo evento non ha ottenuto l'attenzione internazionale che avrebbe meritato. Dopo tutto, è stata la scelta del probabile successore della capa di noi tutti. Ovviamente, ciò non significa che Armin Laschet sarà il nuovo capo dell'Europa. Penso che sarà Emmanuel Macron se, come io spero, egli verrà rieletto.

DOMANDA: Perché Armin Laschet è, ai suoi occhi, la scelta ideale?

RISPOSTA: Perché è un Renano e, quindi, successore meno di Merkel che di Helmut Kohl. Come quest’ultimo, egli guarda ad ovest. E noi Francesi abbiamo un interesse, a che la Germania guardi ad ovest. Un Renano è un rappresentante dell'Europa carolingia.

A questo proposito, pure Vladimir Putin ha reso un buon servizio anche a noi Francesi, in quanto egli ha fatto sì che Merkel, la quale ha un legame più profondo con l'est, abbia guardato più intensamente in direzione del Reno.

DOMANDA: In Germania molti si chiedono se Laschet abbia la statura del cancelliere …

RISPOSTA: Helmut Kohl, una volta, mi ha detto che la sua più grande fortuna era stata di essere stato grossolanamente sottovalutato. Sempre, quando viene eletto un nuovo cancelliere, ci sono dei dubbi. Ciò valeva per Kohl, per Gerhard Schröder e, in misura ancora maggiore, per Merkel.

DOMANDA: Lei è un ardente sostenitore del Recovery Plan. Molti Tedeschi sono infastiditi dal fatto che, un giorno, dovranno rispondere dei debiti degli altri. Soprattutto, il panomana italiano li lascia esterefatti. Lei comprende questa posizione?

RISPOSTA: Il piano può essere riassunto in quattro parole: Macron voleva, Merkel poteva. Lei avrebbe potuto farlo, se lui non avesse voluto - e viceversa.

È fatale che la crisi del governo in Italia stia ora fornendo argomenti alla parte più conservatrice ed egoista dell'opinione pubblica tedesca. Uno esperto come Matteo Renzi, avrebbe dovuto considerarlo. Mostrare ai tedeschi che l'Italia è esattamente come l’immagine che voi vi fate degli Italiani, è stato a dir poco maldestro. Renzi gioca col fuoco. Ma è in gioco la reputazione dell'Italia: non si può rivendicare il piano e poi farlo fallire. Il balletto attorno ai 200 miliardi deve finire subito.

DOMANDA: Provi lei, allora, a convincere la parte "conservatrice ed egoista" dei Tedeschi del piano di ripresa. Quali sono i suoi argomenti?

RISPOSTA: I Tedeschi semplicemente non vogliono comprendere, di essere i maggiori beneficiari dell'Euro, molto più di chiunque altro. Grazie ai paesi del sud della Ue, l'Euro è sottovalutato, il che conferisce all'industria tedesca un fantastico vantaggio competitivo. I Tedeschi più conservatori considerano l'Euro come un peso, nonostante esso sia invero un inestimabile stimolo economico. Perché il Marco Tedesco sarebbe, oggi, al livello del Franco Svizzero e la Mercedes non riuscirebbe ad esportare nemmeno un’automobile.

Sfortunatamente, questo argomento non è stato sollevato durante la discussione sul Recovery Plan. Qualcuno avrebbe dovuto renderlo chiaro ai Tedeschi. Certamente questo qualcuno non sarà Jens Weidmann. Invero un peccato perché, in tal caso, il signor Weidmann sarebbe finalmente di qualche utilità.

DOMANDA: Egli non, ai suoi occhi, un buon presidente di Bundesbank?

RISPOSTA: No, non lo è. È un presidente miserabile. Dentro Bce egli è diventato il "Signor No". Nessuno parla più con lui, perché tanto egli dice comunque di no. Weidmann ha ottenuto lo straordinario risultato, che il peso della Germania all'interno di Bce è scomparso.

DOMANDA: La Germania non sosterrà per sempre la sospensione del Patto di stabilità …

RISPOSTA: Il vero dibattito, e credo sia inevitabile, riguarderà i debiti buoni e quelli cattivi. Lo ha già suggerito Mario Draghi. Naturalmente, non possiamo indebitarci in modo permanente, al fine di pagare gli stipendi dei nostri impiegati. Ma, a fronte di tassi di interesse zero o negativi, ciascuno Stato dovrebbe poter indebitarsi, fintanto che ciò migliora la produttività del suo sistema economico.

La distinzione tra debiti buoni e cattivi si imporrà presto. I Verdi tedeschi lo hanno capito. Loro non sono apostoli dell'ordoliberismo.

DOMANDA: In altre parole, il futuro della Francia dipende pure da quale partito sarà il partner di coalizione tedesco [della CDU]?

RISPOSTA: Finché si tratta dei Socialdemocratici o dei Verdi, non mi sorge alcuna preoccupazione. Irritante sarebbe se la CDU dovesse formare una coalizione con i Liberali, perché la FDP farebbe pressione per un ritorno al rigido dogma economico, ciò che porterebbe a duri scontri dentro la Ue.

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