Il rapporto degli esseri umani con l'imprevedibilità

Una delle caratteristiche che più accomuna tutti gli esseri umani è la tendenza al controllo. Siamo esseri razionali, che tendono a valutare le situazioni sulla base della logica e dell’obiettività, e facciamo per questo molta fatica ad accettare che ogni evento della nostra esistenza sia in realtà regolato dal caso. L’imprevedibilità fa paura, perché ci dà l’idea che tutto possa sfuggire al nostro controllo e che, in fin dei conti, non possiamo fare davvero chissà cosa per far sì che gli eventi vadano nel modo sperato. Cos’è, allora, che si potrebbe fare per migliorare il proprio rapporto con la casualità degli eventi? Che ruolo può avere la psicologia?

Le due facce dell’imprevedibilità

L’imprevedibilità fa spesso paura, è vero, ma non tutti guardano alla casualità degli eventi allo stesso modo. Spesso, infatti, la fatalità genera negli esseri umani una sensazione positiva, quasi adrenalinica. Nel campo dell’intrattenimento, ad esempio, l’imprevedibilità funge da motore che spinge i giocatori a mettersi in gioco e a portare avanti la propria strategia: non si è certi che funzionerà, è chiaro, né che si vincerà in ogni occasione, ma l’imprevedibilità della giocata è vista, più che con paura, come un’opportunità, come un mezzo attraverso il quale poter generare un cambiamento positivo per sé stessi. Si tratta di un discorso valido soprattutto per l’azzardo: nel caso del gioco della roulette, ad esempio, il cui scopo è quello di indovinare su quale casella si fermerà la pallina, ogni giocatore sviluppa una propria strategia, ma resta pur sempre consapevole del fatto che non potrà mai essere del tutto convinto di quale sarà la casella su cui si fermerà davvero la palla, perché anche in questo caso la casualità gioca un ruolo importante. Eppure, è proprio quest’aspetto a rendere l’azzardo così apprezzato. Lo stesso discorso potrebbe essere fatto per il settore degli investimenti: le conoscenze pregresse, la strategia di investimento, gli ambiti in cui si ha intenzione di investire possono e devono essere valutati, ma non si potrà mai avere la certezza che l’investimento porti a un guadagno continuo. Ci saranno dei periodi di perdita, degli eventi che non possono essere previsti, ma si continuerà a vedere nell’investimento un’opportunità, non un ostacolo. È come, quindi, se l’imprevedibilità avesse due diverse facce. La tendenza degli esseri umani a voler controllare tutto spinge a soffermarsi maggiormente su quella negativa, ma riuscire a comprendere come la casualità faccia parte di ogni aspetto dell’esistenza (senza per questo intaccarla) può essere un ottimo punto di partenza per agire con meno timori.

Il ruolo della mindfulness

Proprio perché la vita è molto spesso imprevedibile, è importante imparare a gestire il rapporto con la casualità, così da sviluppare la capacità di accettare gli eventi negativi e una buona dose di resilienza. Ad essere basata proprio sulla capacità di saper accogliere il cambiamento è, in psicologia, la mindfulness, una tecnica meditativa nata in Oriente più di 2000 anni fa. Come spiegato in un articolo dell’Istituto Beck, lo scopo della mindfulness è quello di far sviluppare a chi la pratica la capacità di essere presenti nel qui e ora, di osservare i propri pensieri e le proprie emozioni senza alcuna forma di giudizio, così da sviluppare nel tempo un atteggiamento di accettazione. Molto spesso, infatti, è proprio l’incapacità di accettare che le cose siano andate in un certo modo a provocare ansia e dolore negli esseri umani, così come accade anche quando si teme che gli eventi possano sfuggirci di mano da un momento all’altro. Si rischia, così, di rimanere intrappolati nelle incertezze e, di conseguenza, nell’immobilità; o di cadere nell’errore di tentare di controllare ogni aspetto della propria vita, lasciando al destino e alla fortuna poco spazio di manovra. L’imprevedibilità, allora, non è da considerarsi solo in modo negativo, né è un elemento da rifuggire a tutti i costi. È proprio dal caso, infatti, che spesso nascono le opportunità più belle, ed è importante essere in grado di coglierle senza opporre resistenza al cambiamento.

È necessario, allora, imparare ad accettare, a osservare i propri pensieri per ciò che sono, senza lasciare che ci limitino. Un po’ come quando giochiamo o facciamo qualcosa che ci piace, o in tutti quei momenti in cui non stiamo realmente a pensare a cosa potrebbe succedere dopo o a cosa è andato storto, ma ci limitiamo semplicemente a vivere il momento.

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