Come l'Italia è divenuto il paradiso dei supericchi


di Alessandro Volpi*

Le prime 500 società quotate a Wall Street stanno registrando utili record e distribuiscono dividendi formidabili ai propri azionisti, a cominciare dai grandi fondi finanziari.

Nel frattempo, l'economia giapponese e quella britannica sono in piena recessione, la Germania arranca e il resto dell'Europa stenta ad arrivare ad una crescita dell'1%. In quasi tutto il pianeta anche nel 2023 i salari sono diminuiti e la produzione continua a spostarsi, nonostante i numerosi proclami di ritorno nel Vecchio Continente di numerose attività, verso la Cina e il resto del Sud globale. La sola economia "occidentale" che sembra trarre beneficio dalla finanziarizzazione è quella degli Stati Uniti, dove però si stanno accentuando le disuguaglianze tanto che oltre il 50% dei dividendi registrati a Wall Street finisce nelle mani dell'1% degli azionisti. Sembra impossibile che in paesi democratici possa manifestarsi un simile modello economico e sociale; mi sentirei di affermare che siamo di fronte a democrazie autolesioniste.


ITALIA PAESE DEI SUPERICCHI

L'Italia è il paradiso dei supericchi. Esistono poche migliaia di famiglie che detengono circa il 35% della ricchezza italiana. Oltre il 50% di tale ricchezza è di natura finanziaria, su cui tali famiglie non pagano pressoché imposte, sempre ammesso che abbiano la residenza in Italia perché circa 60 mila italiani sono residenti in paesi a fiscalità ancora più agevolata.

Sulla parte immobiliare del loro patrimonio non pagano l'Imu se si tratta di prima casa, a meno che non si tratti di castelli che, peraltro, hanno beneficiato del superbonus. Se affittano una parte del loro patrimonio, anche se incassano milioni di euro, pagano il 21% sul primo affitto e il 26% sul resto. In caso di successione, pagano poco più del 4% e se hanno un reddito plurimilionario pagano il 43% di Irpef. Mi sembra evidente la ragione perché i supericchi sono i più fedeli partecipanti alle elezioni; devono tutelare il loro paradiso.
*Post Facebook del 17 e 18 febbraio 2024

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