Ritornano i nipotini di Hitler? Eppure qualcuno aveva avvertito

di Diego Angelo Bertozzi
Quando nel novembre dello scorso anno la Terza Commissione delle Nazioni Unite approvò la risoluzione - presentata tra gli altri da Federazione russa, Iran, Siria, Venezuela, Vietnam, Bolivia, Cuba e Corea del Nord - dal titolo “Lotta contro la glorificazione del nazismo e di altre pratiche che contribuiscono ad alimentare forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza”, la reazione quasi unanime fu quella dell’ironia, dell’incredulità e della sottovalutazione del pericolo. Ma come - si diceva - Stati canaglia e dittature che mettono in guardia la comunità internazionale sul risorgere del mostro nazista? Gli Stati dell'Unione Europea si astennero, mentre Stati Uniti e Canada votarono contro. Erano già pronti ad utilizzare i nipotini di Hitler in Ucraina? La domanda è lecita.
Ebbene, con gli occhi rivolti a quanto è accaduto e sta accadendo in Ucraina con la piena libertà concessa ai movimenti che si ispirano al collaborazionismo nazista, conviene leggere con attenzione una parte di quella risoluzione: “Esprimiamo profonda preoccupazione per la glorificazione, in qualsiasi forma, del movimento nazista, del neo-nazismo, e degli ex membri dell'organizzazione Waffen SS, compresa l’erezione di monumenti e memoriali e la celebrazione di manifestazioni pubbliche in nome della glorificazione del passato nazista, del movimento nazista e del neo-nazismo, nonché le dichiarazioni, o il tentativo di mettere sullo stesso piano, come movimenti di liberazione nazionale, chi ha combattuto contro la coalizione anti-Hitler e chi ha collaborato con il movimento nazista”. E ancora: “Esprimiamo profonda preoccupazione per i tentativi di profanare o demolire monumenti eretti in memoria di coloro che hanno combattuto contro il nazismo durante la seconda guerra mondiale”.

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