L'UNESCO SCHIAFFEGGIA ANCORA ISRAELE E RICONOSCE KHALIL E LA TOMBA DEI PATRIARCHI "PATRIMONIO PALESTINESE DELL'UMANITÀ"

Di Paola Di Lullo


Con 12 voti a favore, tre contro e sei astenuti, l'UNESCO ha votato oggi per riconoscere la vecchia città di Al Khalil ( Hebron ) e la Moschea di Abramo come patrimonio palestinese, nonostante le pressioni diplomatiche degli Stati Uniti e di Israele per reclutare il sostegno di un numero sufficiente di Stati membri che votassero contro la mozione. Bocciata anche la richiesta israeliana di voto segreto.




Per passare, la risoluzione aveva bisogno del sostegno di due terzi dei membri della commissione. La votazione segreta avrebbe consentito a più paesi, tra cui uno Stato arabo, di votare contro la risoluzione o di astenersi dal voto senza pagare un prezzo politico.

Il voto, invece, è stato solo parzialmente segreto, il che significa che, mentre gli Stati non hanno dovuto apertamente esprimere il loro voto, lo stesso non è stato effettuato dietro un paravento.

In sostanza, la votazione ha visto i 21 inviati deporre i biglietti con i loro voti in una scatola nel centro della sala riunioni.

La risoluzione, presentata dalla Palestina, includeva due clausole :


1- la città vecchia di Khalil e la Moschea di Abramo sono siti patrimonio palestinesi e devono essere registrati come tali nella lista dei siti Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO;

2- i due siti devono essere riconosciuti come in pericolo, il che significa che ogni anno il Comitato del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO dovrebbe riunirsi per discutere il loro caso.

La Tomba dei Patriarchi, secondo luogo santo dell'ebraismo, è il sepolcro di Abramo, Isacco e Giacobbe. Israele ha sempre rivendicato le millenarie connessioni dell'ebraismo con la Tomba dei Patriarchi dove accorrono numerosi i fedeli ebrei. La Tomba è luogo di culto anche per i musulmani che la chiamano 'Moschea di Abramo'.

Israele e gli Stati Uniti hanno messo in campo un intenso sforzo diplomatico per ostacolare la risoluzione palestinese, ma non hanno ottenuto il sostegno di u numero sufficiente di stati che si opponesse alla mozione; i ministri israeliani hanno accusato l'UNESCO di negare la storia ed essere antisemita.

L'ambasciatore americano alle Nazioni Unite, Nikki Haley, aveva una lettera a due funzionari delle Nazioni Unite per chiedere loro di opporsi alla mozione palestinese.

La scorsa settimana, l'ex ministro degli Esteri Tzipi Livni ha invitato l'UNESCO a votare contro la proposta affermando: "Queste decisioni non danneggiano il legame del mio popolo con [Gerusalemme e Hebron], ma faranno male all'UNESCO ed alla sua capacità di promuovere interessi comuni".

Naftali Bennet, ministro dell'Istruzione di Israele e il presidente della commissione del paese all'UNESCO, ha condannato la decisione dicendo che il collegamento ebraico a Hebron risale a migliaia di anni e non sarà interrotto. "È deludente e imbarazzante vedere che l'UNESCO neghi la storia e distorca di volta in volta la realtà per essere untile con intelligenza a chi cerca di cancellare lo stato ebraico", ha detto. "Israele non rinnoverà la cooperazione con l'UNESCO finché continuerà ad essere uno strumento per attacchi politici anziché essere un'organizzazione professionale".

Il ministro della Difesa Avigdor Lieberman ha definito l'UNESCO una "organizzazione politicamente schierata, disgraziata ed antisemita, le cui decisioni sono scandalose".

"Nessuna decisione da parte di questa irrilevante organizzazione minerà il nostro diritto storico sulla Tomba dei Patriarchi, o il nostro diritto sul Paese. Spero che con l'aiuto degli Stati Uniti, nostri grandi amici, organizzazione sia smantellata."

"La decisione dimostra, ancora una volta, che l'Autorità Palestinese non cerca la pace ma cerca piuttosto di incitare e diffamare Israele", ha aggiunto.
Un portavoce dei coloni di Khalil ha definito la decisione "ridicola", "antisemita" e "tipica di quel mucchio di ignoranti dell'UNESCO che sono consumati dall'odio".

L'autorità Palestinese ha definito un "successo" il voto dell'Unesco che dichiara la città vecchia di Khalil in Cisgiordania, "zona protetta" in quanto sito "di un valore universale eccezionale". Questo voto è "un successo nella battaglia diplomatica condotta dai palestinesi su tutti i fronti nonostante le pressioni israeliane e americane", si è felicitato il ministero degli esteri in un comunicato.

Il Ministero degli Affari Esteri palestinesi ha definito la votazione "l'unica decisione logica e corretta".

"Al Khalil è una città nel cuore dello Stato della Palestina che ospita un sito prezioso per il patrimonio mondiale nonché sacro per miliardi di persone in tutto il mondo delle tre religioni monoteiste. La Città Vecchia di Khalil e il luogo sacro sono sotto la minaccia a causa delle irresponsabili, illegali ed altamente dannose azioni di Israele, il Potere occupante, che mantiene un regime di separazione e di discriminazione in città basato sull'origine etnica e religiosa.
"Lo Stato di Palestina continuerà a difendere ed a celebrare i molti siti storici della Palestina come parte del patrimonio mondiale ed a resistere a qualsiasi tentativo di tenere la Palestina o la sua storia come ostaggio di azioni di intolleranza e di esclusione".

Fin qui, la cronaca Ciò che forse non tutti sanno è che Al Khalil, nei territori occupati, in zona A, è seconda solo a Gerusalemme per importanza religiosa. Hebron è il nome dato da Israele alla città, in quello squallido e malefico tentativo di cancellare anche i nomi dei villaggi e delle città Palestinesi. Ma il nome che più le si addice è Gost Town, la città fantasma.

È il centro abitato più grande di tutta la Cisgiordania. Nell'intero distretto vivono 750.000 persone. Qui sono sepolti Abramo, Isacco e Giacobbe, i Patriarchi delle origini. Questa è l'unica località, in tutta la West Bank, dove gli insediamenti israeliani, i "settlements", ben cinque, sono proprio all'interno del centro storico.

Nel 1997, 3 anni dopo il massacro nella moschea di Abramo ad opera di Baruch Goldstein, un colono ultrasionista che aprì il fuoco ed uccise 29 musulmani in preghiera, prima di essere a sua volta ucciso, la città venne divisa in due parti, secondo il "Protocollo di Hebron" : H1, sotto il controllo dell'Autorità Palestinese, in cui vivono circa 550.000 Palestinesi, ed H2, ovvero Shuhada Street, la Old City e Tel Rumeida, insediamento israeliano sorto nel 1984, sotto il controllo israeliano. ( H2 è la zona su cui l'UNESCO è stato chiamato ad esprimersi ).

In H2 si trovano i principali edifici religiosi, vi vivono circa 185.000 Palestinesi, più 600 coloni, scortati da circa 2.400 soldati israeliani. L'insediamento israeliano più grande di Kahlil però non è Tel Rumeida, sorto da un agglomerato di caravans, su cui poi vennero edificate vere e proprie abitazioni, ma Keryat Arba, sorto sulla colline ad est di Khalil nel 1967, quando Israele occupò la città e la destra israeliana lo descrisse come un "ritorno alla città degli antenati".


Decine di checkpoint e centinaia di telecamere sono sparse ovunque, la presenza dei militari israeliani è massiccia. Le strade sono divise, scuole diverse, negozi diversi.


Fonti : Middle East Monitor
Haaretz

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