La comunità ebraica ordina... niente parco dedicato alla memoria di Arafat



di Paola Di Lullo

Nel silenzio, o quasi, di un’estate torrida, la comunità ebraica romana sfodera gli artigli ancora una volta.


Motivo? La giunta Raggi, con la delibera 165 del 28 luglio aveva intitolato un parco ad Yasser Arafat, a Centocelle, nella zona compresa tra via Romolo Trinchieri e via Fiuggi mentre, contemporaneamente, intestava una piazza a Colle Oppio, lungo Viale Fortunato Mizzi, al Rabbino Capo Emerito Elio Toaff.


La Raggi ha fatto dietrofront e «congelato» la delibera.


Da tempo il Campidoglio aveva ricevuto un appello sottoscritto da numerose associazioni e organizzazioni sociali, politiche e sindacali, sostenuto da migliaia di firme di cittadini comuni, con cui si chiedeva di dare attuazione ad una richiesta avanzata al Comune di Roma fin dal 2004 affinché si dedicasse una strada o un parco della capitale ad Yasser Arafat. La legislazione vigente prevede almeno dieci anni di attesa dopo la morte oppure deroga per meriti eccezionali. Per Arafat il tempo imposto dalla legge è trascorso, per il Rabbino Toaff, no, essendo egli deceduto il 19 aprile 2015.


Ma per la presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello “dedicare un parco a Yasser Arafat è offensivo e antistorico”, ed, aggiunge nella sua lettera al sindaco Raggi, qualora il Campidoglio non dovesse recedere da questa iniziativa, è bene “non procedere all’intitolazione di una piazza al Rabbino Capo Emerito Elio Toaff: vedere associato, nello stesso documento, il suo nome ad Arafat è un’offesa alla sua memoria che non vogliamo tollerare”.


Ancora una volta, ci tocca sentire la storiella del “presunto” terrorismo palestinese, contrapposto alla morale israeliana. Ma davvero un popolo che perpetra crimini contro un altro popolo, cui ha sottratto terre, città, case, acqua, diritti, può parlare agli italiani di terrorismo?

Arafat ha ricevuto, nel 1994, il Premio Nobel per la pace, insieme ad Yitzhak Rabin e Shimon Peres. Per quale motivo, allora, a Rabin, assassinato del 4 novembre 1995, da Ygal Amir, colono ebreo estremista, è stato intitolato il giardino romano di Via Panama, divenuto nel 1995 “Giardino Rabin”?


Per quale motivo Yitzhak Rabin, tra i fondatori del Palmach ( squadre d’assalto ), comandante della brigata Harel che conquistò Gerusalemme durante la prima guerra arabo-israeliana, Capo di Stato Maggiore dell’esercito nel periodo della guerra dei sei giorni, poi membro della Knesset ed infine Primo Ministro d’Israele è considerato uomo di pace ed Yasser Arafat terrorista dalla signora Dureghello? Arafat fu un combattente, vero, come Rabin. Ma l’uno lottava per occupare la Palestina, l’altro per liberarla. E perciò, gentile signora Dureghello, Arafat era un patriota, un resistente, non un terrorista.


Gli sforzi congiunti di Rabin e Peres da una parte, di Arafat, dall’altra, nel processo di pace nel Vicino Oriente, culminarono con gli Accordi di Oslo. Sforzi congiunti, tanto da portare all’attribuzione del Premio Nobel per la pace per tutti e tre.


Ora, perché ad un Premio Nobel si può intitolare un sito e ad un altro no? Chi è che discrimina, ancora una volta?


Non solo la Giunta Raggi, ma il governo italiano dovrebbe spiegare e/o ricordare a lor signori delle comunità ebraiche che in Italia si rispettano le leggi italiane o, almeno, così dovrebbe essere. Che tanti cittadini italiani hanno visto di buon occhio la il “Giardino Rabin”, così come tanti altri vedrebbero positivamente la targa per Arafat apposta al parco di Centocelle. Diversamente, esiste Israele…


Di seguito, il comunicato di Forum Palestina, una delle Associazioni che si è maggiormente adoperata per arrivare alla delibera “congelata” :


ROMA. LA RAGGI DIMOSTRI CORAGGIO POLITICO E PROCEDA CON IL PARCO DEDICATO A YASSER ARAFAT


Puntuale e prevedibile, mentre la giunta comunale si apprestava a procedere alla dedica di un parco romano al Premio Nobel per la Pace e dirigente palestinese Yasser Arafat, è arrivato l’anatema della presidente della comunità ebraica della Capitale, Dereghello.


La Giunta Raggi ha ricevuto da tempo un appello sottoscritto da numerose associazioni e organizzazioni sociali, politiche e sindacali e sostenuto da migliaia di firme di cittadini comuni, che chiedono di dare attuazione, finalmente, alla richiesta avanzata al Comune di Roma fin dal 2004 di dedicare una strada o un parco al leader palestinese.


Ricordiamo che il premio Nobel per la pace fu dato, oltre che a Yasser Arafat, anche a Yitzhak Rabin e Shimon Peres nel 1994 per gli sforzi nel processo di pace nel Vicino Oriente, culminati con gli Accordi di Oslo. Ora se c’è un parco intitolato a Rabin non vediamo perché non ci debba essere anche uno intitolata a Arafat.


In questi tredici anni, con giunte di sinistra, di destra, di centro, questa decisione è stata sempre rinviata nonostante siano state espletate tutte le procedure previste. Manca solo la decisione politica di procedere. Sistematicamente le organizzazioni sioniste hanno cercato con tutti i mezzi di impedire questo atto dovuto da parte della città di Roma.


Chiediamo che a questo punto la sindaca Raggi senta il dovere e la coerenza di superare la codardia dei suoi predecessori e di procedere alla dedica di un parco romano a Yasser Arafat come promesso a viva voce un anno fa in una apposita riunione.


La dedica di una piazza al rabbino ElioToaff è invece contraria alla legislazione vigente che prevede almeno dieci anni di attesa dopo la morte oppure deroga per meriti eccezionali. Non per questo non siamo d’accordo, ma non rinunceremo alla rivendicazione di un diritto che abbiamo maturato rispettando tutti i termini di legge e espletando tutte le procedure regolamentari.


Solo un ottuso oltranzismo può continuare a frapporre ostacoli al Parco Yasser Arafat


Forum Palestina


questo articolo viene pubblicato in comune da Contropiano e dall’AntiDiplomatico

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