Arrivederci Ali. Porteremo avanti la tua lotta per una Palestina Libera


di Paola Di Lullo

Per chi è credente, Ali oggi è tornato nella casa del Signore.

Per chi non ha fede, Ali è e sarà per sempre nel cuore e nei pensieri di chi lo ha amato o gli ha voluto bene.

Ma la prima casa di Ali, quella di tante lotte e battaglie, quella mai dimenticata, sempre adorata ed agognata, è la Palestina. Per la sua terra ha speso tutta la sua vita, tra iniziative, manifestazioni, presentazioni, discussioni, lottando sempre, senza mai risparmiarsi.

Membro del Fronte Popolare, partito palestinese d'ispirazione marxista, ed in Italia dell'UDAP, che ad esso si rifà, lasciò giovanissimo il suo paese, approdando a Napoli, la sua seconda casa, come esule politico.

Andare tra i vicoli del centro storico e non incontrarlo, era difficile. Partecipare ad un'iniziativa sulla Palestina e non trovarlo presente, impossibile. Se Napoli lo ha accolto, l'Italia lo ha tradito, lasciandolo con lo status di rifugiato politico, dopo 40 anni di vita trascorsi in questo paese, sempre più servo, che gli ha negato la cittadinanza.

Da diversi anni, il suo negozietto di artigianato palestinese Handala Ali Bazar Multietnico, era diventato un punto d'incontro più per gli amanti della Palestina che per quelli dell'artigianato. Ali non si risparmiava mai, e raccontava, raccontava. Il suo bazar, in cui vendeva oggetti bellissimi e chincaglieria orrenda, è stato, in un certo senso, la sua terza casa. Ma soprattutto la casa di tutti gli studenti, i ragazzi, gli attivisti che da lui trovavano sempre accoglienza, ricevendo anche informazioni sui recenti sviluppi della situazione in Palestina.

Ricordo di un pomeriggio in cui questionammo, in evidente disaccordo, salutandoci con una pacca ed un sorriso. Ali non le mandava a dire, ma sapeva riconoscere chi amava la sua terra e non la usava per fini personali. Aveva occhi vispi ed un sorriso a mille denti che era impossibile non ricambiare, ma la "cazzimma", passatemi il temine, di un vero napoletano, uno doc.
Una settimana fa, il Covid si è abbattuto su di lui con la violenza di un uragano. Prima ricoverato in respirazione assistita al Cotugno, poi in terapia intensiva, intubato, Ali ha combattuto la sua ultima battaglia.

Oggi pomeriggio, l'ha persa. E Napoli ha perso lui. Non solo un uomo perbene, un cittadino esemplare, sempre ligio alle regole e sempre con la mascherina, tanto che non ci si capacita di come possa aver contratto la malattia, ma anche un gran pezzo di Palestina.

Perdiamo solo l'uomo Ali, l'amico, il conoscente, l'attivista, ma ne ereditiamo in maniera ancor più profonda, il messaggio, gli ideali, il sogno di tornare in una Palestina libera.
Se dovessimo riuscirci, Ali, sarai con noi, nelle nostre kefieh, con le nostre bandiere al vento. È una promessa. Una promessa che rinnoveremo domani, alle ore 16, a Piazza San Domenico Maggiore quando Napoli si stringerà virtualmente intorno alla tua famiglia e ti saluterà, a modo suo ed a modo tuo.

È solo un arrivederci Ali, fai buon viaggio

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