Perché con la nazionalizzazione di Saint-Nazaire, Macron tutela gli interessi.... della Germania


di Davide Busetto


La decisione di nazionalizzare i cantieri di Saint-Nazaire rappresenta un chiaro segnale verso tutti i paesi dell’UE, in particolare nei confronti dell’Italia.



La volontà dei francesi non è mai stata troppo un segreto: voler creare un gruppo europeo che potesse diventare una sorta di “Airbus dei mari”. Il problema per Macron è che il governo francese, che attualmente è espressione di una borghesia che sarà disposta a fare terra bruciata del sud Europa pur di tornare “grande”, probabilmente aveva fatto male i conti quando, con Hollande presidente, decise di dare il via libera alla vendita delle quote (66,7%) di STX Corporation a Fincantieri [1]. STX Corporation è una public company sudcorean [2]. Vi era quindi già prima dell’arrivo di Fincantieri una gestione di una società non francese sui cantieri di Saint-Nazaire con l’aggiunta che, la Corea del Sud, non è né parte dell’Unione Europea né parte della NATO. Un paese quindi molto più distante, non solo geograficamente, dalla Francia di quanto possa esserlo l’Italia.

Il motivo per cui Emmanuel Macron ha deciso di optare per la nazionalizzazione (ma non erano strumenti bolscevichi?) molto probabilmente è uno solo: l’acquisizione dei cantieri di Saint-Nazaire da parte di Fincantieri avrebbe portato il “baricentro” cantieristico europeo troppo vicino al Mediterraneo, mettendo così la parola fine al progetto di creare un grande polo cantieristico nel nord Europa, in quel triangolo che può essere individuato tra Germania, Francia e Paesi Bassi/Belgio. Se Fincantieri prendesse il controllo di Saint-Nazaire, “l’Airbus dei mari” potrebbe ancora prendere vita, ma con il governo francese in panchina. A questa paura deve essere collegata la decisione di Macron di nazionalizzare temporaneamente (nell’attesa di trovare altri acquirenti olandesi e/o tedeschi?) quei cantieri [3]. La nazionalizzazione non deve essere vista quale forma di tutela degli attuali operai e impiegati bensì quale forma di tutela del capitale francese per riservarlo, in un secondo momento, alla borghesia di uno dei paesi citati sopra (Francia, Germania, Paesi Bassi e Belgio). Ogni altro paese che dovesse acquistare i cantieri di Saint-Nazaire rischierebbe di mettere a rischio il “triangolo” Francia, Germania Paesi Bassi/Belgio.

La collaborazione tra Germania e Francia mira a isolare sempre più le grandi aziende italiane, a cominciare da Fincantieri e Leonardo-Finmeccanica. C’è poca “solidarietà europeista” in questi atteggiamenti, per non parlare del ridicolo campanilismo sbandierato dal governo francese in questa occasione.

Il nostro presidente del Consiglio, quando vinse Macron, scrisse questo tweet:



A quale speranza si riferiva Gentiloni? A quella di azzerare l’industria in Italia? Il comportamento di Macron non potrà non avere ripercussioni, tanto a livello europeo quanto in quello bilaterale tra Francia e Italia, ma la debolezza dell’esecutivo italiano è dovuta anche ad una incapacità profonda di saper analizzare la scena internazionale. Incapacità che porta un giorno a tifare per la Clinton (in quanto donna) per poi veder vincere Trump, un altro giorno che porta a tifare Macron contro Le Pen (lei non è donna?) con dichiarazioni onestamente imbarazzanti e poi trovarsi un presidente che, all’Eliseo, porta avanti una linea decisamente anti italiana, fregandosene completamente di tutti i discorsi europeisti e tanto altro, buoni per le campagne elettorali. Tra l’altro è relativamente facile individuare chi ieri esultava per la vittoria di Macron; sono praticamente gli stessi che nel 2011 erano contenti dei bombardamenti francesi e statunitensi in Libia. Ma da governi succubi a potenze straniere sarebbe possibile aspettarci altro?

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