L'Italia espelle due diplomatici russi. Il Governo Gentiloni resta suddito anche da dimissionario


di Danilo Della Valle


Washington decide Bruxelles risponde, Londra esulta. Se non stessimo parlando di una faccenda terribilmente seria, potrebbe essere il titolo di un film dedicato ai retroscena della politica. Qui invece si parla di realtà, quella che come sempre accomuna l'Europa al nostro alleato (o padrone?) d'Oltreoceano.

È notizia di oggi l'espulsione di 60 diplomatici russi e la chiusura del Consolato di Seattle in Usa. La causa? Il caso Skripal, che ormai gli Usa, la Gran Bretagna e i Paesi Ue hanno già relegato tra i “casi chiusi con la Russia colpevole”, pur essendo ancora tanti i punti interrogativi ed il mistero dell'omicidio ancora irrisolto, pur avendo Londra clamorosamente rifiutato la richiesta di Mosca di voler cooperare all'indagine per scoprire gli assassini. Ma non è stato il caso Skripal l'unica causa dell'espulsione di massa dagli Usa. Dei 60 diplomatici russi 12 sono parte della missione russa alle Nazioni Unite: l'accusa verso di loro è invece di “abuso dei propri privilegi ed attività di spionaggio”.

Ovviamente se l'amministrazione Trump adotta un'azione del genere contro la Russia, la Ue non volendo esser da meno ha adottato, “in solidarietà con Londra”, lo stesso tipo di sanzioni, decretando l'espulsione di 35 diplomatici russi da diversi Paesi della Unione (Italia, Olanda, Danimarca, Albania, Ucraina, Rep.Ceca, Polonia,Germania, Francia, Svezia, Lettonia, Norvegia e Lituania). Continua quindi la caccia alle streghe della Unione Europea e più in generale del mondo “liberale” occidentale contro la Russia. Questa volta però Mosca non sembra voler far passare la vicenda senza batter ciglio. Peskov, portavoce del Cremlino, ha dichiarato che “la posizione di Londra è ambigua, è un atto pieno di pregiudizi verso la Federazione Russa. Abbiamo chiesto di cooperare alle indagini e siamo stati rifiutati, negandoci ogni tipo di spiegazione. Studieremo le mosse, ci saranno delle ripercursioni.” Si parla, tanto per cominciare, di numerose espulsioni per i diplomatici Usa da Mosca, in risposta a quelle adottate da Washington

E l'Italia?

Ovviamente “l'Italia senza governo” non è stata certo a guardare. La Farnesina ha emesso un comunicato in cui ha ufficializzato l'espulsione di due diplomatici russi. Insomma, il governo sconfitto il 4 Marzo, ed ancora in carica, sembra aver lanciato un avvertimento a chi gli succederà: “guai a cercare di cambiare il posizionamento in ambito internazionale”. Si spera sia stato questo l'ultimo atto di questo nefasto governo ormai sconfitto dalla storia, e soprattutto del ministro egli esteri, Angelino Alfano, che nonostante si sia “ritirato” dalla politica, ha ancora la forza di esaudire i desideri sovranazionali di chi ha velleità padronali sull'Italia. E suona strano come proprio Alfano abbia ieri fatto sapere che l'Italia “condanna fortemente le azioni dei ribelli yemeniti”, che di fatto si difendono dai bombardamenti indiscriminati dei sauditi, di quella Arabia Saudita alleata cui l'Italia fornisce le bombe che uccidono i civili yemeniti, cui Macron (da ministro dell'Economia) e Obama hanno firmato contratti di fornitura di armi di vario genere. Si vede che la sconfitta elettorale non scende proprio, per ora, tanto che lanciare segnali a chi potrebbe governare resta l'unica speranza per questi deleritti della politica.

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