Da Renzi alla virologa licenziata in Florida: la deriva liberista continua malgrado il fallimento del sistema



di Francesco Erspamer*


Due notizie apparentemente irrelate sul "Fatto quotidiano online" di ieri, e che pure, accostate, spiegano come mai la deriva liberista continui malgrado il fallimento del sistema economico e sociale che promuove.

La prima notizia è la marcia indietro di Renzi, che nella votazione su Bonafede si è allineato alla maggioranza.

Ovvio: se per colpa sua il governo fosse caduto, alle prossime elezioni il suo partitino sarebbe scomparso e malgrado la naturale propensione al camaleontismo dei suoi membri, alcuni di loro avrebbero rischiato di restare senza poltrona. Sono mesi che Renzi, periodicamente, si mette a ringhiare e abbaiare; ma quando dovrebbe mordere mette la coda fra le gambe e scappa uggiolando: com'è allora che ogni volta le sue vuote minacce conquistano per giorni le prime pagine dei quotidiani e i servizi di apertura dei telegiornali? Nella favola esopiana del pastore che gridava al lupo, i paesani smisero di dargli retta dopo il secondo o terzo scherzo, e quando i lupi arrivarono davvero nessuno corse in suo aiuto. Dubito che i giornalisti siano stupidi al punto da credere a Renzi; se gli danno corda e immensa attenzione è perché il suo scopo, fin da quando era sindaco di Firenze e enfant prodige del Pd, è sempre stato quello di svilire il dibattito politico, ridurlo al livello della cazzata, in cui tutto è inattendibile e alla gente non resta che rifugiarsi nella rassegnazione, nell'indifferenza o nel complottismo.

Ma cosa si può fare? Un’indicazione viene dalla seconda notizia, proveniente dall’America: in Florida (posto orrendo: non andateci) il governatore (di origine italiana ed esponente della peggiore destra leghista, pardon, trumpista) ha licenziato in tronco una biologa che dirigeva il dipartimento della salute per essersi rifiutata di manipolare i dati sul coronavirus e così avallare la decisione di riaprire lo stato.

Ecco: così si fa. Gli avversari vanno eliminati, senza pietà e inventandosi scuse fasulle: tanto la gente ormai considera bufale solo le notizie che non le piacciono e giudica attendibili quelle che confermano i suoi pregiudizi. Non è bello, non è sano e non è sostenibile: ma se non riusciamo a sconfiggere gli stronzi niente cambierà e non si può combatterli se loro sono armati e noi no. Tanto resta lo stesso una differenza sostanziale: quella dei fini.

Io sono sempre stato di sinistra perché credo nell’eguaglianza e nel bene comune, e di conseguenza detesto i rampanti, gli arroganti, gli individualisti, chi è troppo ricco o vorrebbe diventarlo. In questo periodo simpatizzo per il M5S per via dei suoi programmi – quelli che ha realizzato e quelli che non riesce a realizzare per l’ostilità delle altre forze politiche. Non mi importa nulla, invece, dei mezzi che usa. Certo, preferirei che tutti fossero corretti ma se non lo sono occorre adeguarsi. A brigante, brigante e mezzo, diceva Pertini. Cosa ci fanno alla Rai, ancora, Salini e Foa?

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