Cina: crescita in calo per il sesto trimestre consecutivo

Il tasso di crescita dell'economia cinese ha registrato un rallentamento per il sesto trimestre consecutivo, toccando il minimo degli ultimi tre anni e mettendo in luce la necessità di un'azione politica incisiva da parte di Pechino. Per il sesto mese di fila la variazione del Pil non fa che diminuire e, secondo quanto ufficializzato in giornata dal National Bureau of Statistics, nel secondo trimestre 2012 si attesta a un modesto +7,6%, meno delle attese per +7,7%. Nel primo trimestre 2012 la rilevazione era +8,1%, mentre nel quarto trimestre 2011 +8,9%. Secondo il portavoce dello stesso Ufficio statistico, Sheng Laiyun, tale andamento e' stato "dovuto principalmente al continuo deteriorarsi della situazione internazionale, che ha ulteriormente fatto contrarre la domanda estera" .
La Cina sta portando avanti una politica di sostegno alla crescita per evitare un rallentamento eccessivo della congiuntura. Il 5 luglio, per la seconda molta nel giro di un mese, la banca centrale cinese ha abbassato i tassi di interesse. Il tasso sui prestiti è sceso dello 0,31% al 6% mentre quello sui depositi al 3%, lo 0,25% in meno rispetto al livello fissato lo scorso 7 giugno. Tra le misure adottate recentemente dalla Pboc per combattere il rallentamento cinese ed evitare l´hard landing c'è stato anche il taglio al coefficiente di riserva obbligatoria delle banche, ossia il livello di liquidità che le banche commerciali devono obbligatoriamente destinare alla banca centrale senza poterla impiegare, sceso dal novembre scorso dell'1,5 per cento. Il Premier Wen Jiabao ha ammesso di recente che la pressione al ribasso sulla situazione economica resta "relativamente elevata" ed ha confermato che l’attenzione verrà mantenuta sul mercato immobiliare, per evitare un brusco rialzo dei prezzi.
"Il fatto che i dati mostrano un periodo di continua debolezza, piuttosto che un crollo improvviso, dimostra che le autorità continueranno nel loro percorso di allentamento monetario, ma non si adopereranno in politiche aggressive in risposta nel breve periodo", ha detto a Bloomberg Ramin Toloui, co-capo portfolio mercati emergenti per Pacific Investment Management Co., il fondo obbligazionario più grande al mondo.

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