Giappone: il premier Noda scioglie la Camera bassa

Con lo speaker che ha letto un suo breve discorso firmato anche dall'imperatore Akhito, il primo ministro Yoshiniko Noda ha sciolto venerdì la Camera bassa del Parlamento ed ha formalmente indetto il voto anticipato per il mese prossimo. Nella riunione di governo straordinaria sempre di oggi è stata confermata la data del 16 dicembre. “Voglio cercare un mandato dal popolo”, ha dichiarato il sesto premier diverso del partito Democratico di centro-sinistra - alla guida del paese dal 2009 dopo un cinquantennio di dominio conservatore del Partito Liberal-democratico.
Si tratta di elezioni cruciali per il futuro politico del gigante economico asiatico. Noda ha scelto questa via sia per riconquistare un consenso popolare in caduta libera ed assicurarsi una serie di concessioni dell'opposizione vitali per il paese, in particolare l'accordo bipartisan sulla copertura del deficit per quest'anno con l'emissione di nuovi bond, senza il quale il Giappone sarebbe stato insolvente alla fine del mese. La popolarità di Noda è scesa sotto la soglia del 20% dopo la pubblicazione degli ultimi inquietanti dati sull'economia giapponese - con il Pil che si è contratto del 3.5% su base annua e dello 0.9% rispetto a settembre. Le ragioni della mancata ripresa nipponica dopo il disastroso 2011 post tsunami sono molte: la crisi dell'occidente ed il calo delle esportazioni; il boicottaggio cinese come protesta della contesa delle isole Senkaku; lo yen, inoltre, è divenuto un bene rifugio per molti investitori americani ed europei travolti dalla crisi del debito, apprezzandosi del 5% sul dollaro e del 8.5% sull'euro e pesando ulteriormente sulla competitività delle sue esportazioni. Data questa combinazione di fattori, il Giappone entrerà in una recessione tecnica è la previsione degli esperti.
Secondo gli analisti politici interni, nessuno dei due partiti avrà i numeri per governare da solo dopo il voto ed il Partito Liberal democratico dell'ex premier Abe sarà costretto all'alleanza con i due neo partiti nazionalisti, sorti sull'oda emotiva delle tensioni con la Cina per la questione della sovranità di alcuni isolotti sul mar cinese meridionale. Si tratta del partito del Sole dell'ex Governatore di Tokyo Ishihara ed il Partito della Restaurazione del sindaco di Osaka Hashimoto. I due politici si sono incontrati venerdì ed è vicino un accordo di coalizione per il voto.
La campagna elettorale è già iniziata. Nelle zone disastrate dallo tsunami del 2011 nel nord est del paese, il probabile futuro premier Shinzo Abe ha dettato la sua agenda, promettendo di “costruire un'economia più forte, che si baserà su fondamenta sociali più solide ed una ripresa duratura”, oltre alla garanzia di un intervento illimitato della Banca centrale giapponese a sostegno.

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