Pakistan: drone americano uccide un leader talebano

Gioved' due droni americani nella regione tribale pakistana del Waziristan al confine dell'Afghanistan hanno ucciso almeno nove persone, compreso il comandante Mullah Nazir, principale legame dell'area con i talebani afghani. A darne notizia i media locali che hanno riportato fonti dell'intelligence pakistana, in condizioni di anonimato perché non autorizzati. Nazir è stato ucciso quando i missili hanno centrato il convoglio di mezzi sui quali viaggiava, costretto a fermarsi per problemi tecnici. Anche due dei suoi principali collaboratori, Atta Ullah and Rafey Khan, figurano tra i morti. Il leader talebano, vicino alla rete terrorista Haqqani, accusata dei principali attacchi terroristici contro Kabul, era già scampato a un attacco con i droni negli anni scorsi, mentre a novembre era rimasto ferito in un attentato suicida compiuto da un kamikaze uzbeko, che lo voleva colpire per il suo ruolo da protagonista nella lotta contro i combattenti jihadisti provenienti dall’Uzbekistan.
L'attacco avviene in un momento in cui gli Stati Uniti stanno cercando di intavolare una trattativa politica con i Talebani per stabilizzare la situazione interna dell'Afghanistan. Ma l'uccisione di Nazir - considerato un “taleban buono” perché il suo gruppo aveva raggiunto un accordo con il governo di Islamabad nel 2007 e aveva sospeso gli attacchi contro Islamabad - rallenterà il tentativo di riappacificazione in una zona che vive ormai 11 anni di insurrezione. Gli uomini di Nazir hanno già scelto il suo sostituto: Bahawal Khan nominato “comandante in capo dal gruppo nel corso dei funerali del mullah”, ha dichiarato all’Afp un alto responsabile pachistano.
Il secondo drone americano di giovedì ha lanciato altri due missili contro un veicolo che trasportava combattenti nel nord del Pakistan, uccidendone almeno tre nel villaggio Mubarak Shahi, 20km ad est di Miranshah, roccaforte talebana e principale città del Waziristan del Nord. Gli attacchi dei droni americani sotto copertura sono pubblicamente criticati dal governo pakistano come una palese violazione di sovranità, ma gli ufficiali governativi americani li ritengono un'arma indispensabile per contrastare l'insurrezione al confine con l'Afghanistan.
Anche in Yemen sempre giovedì droni americani hanno ucciso un leader locale, portando a 14 il numero dei militanti filo-al Qaida uccisi in 10 giorni. Al contrario del governo pakistano, quello yemenita accetta di buon grado l’azione militare degli statunitensi che, ha denunciato ieri il Washington Post, continua anche con le rendition, le deportazioni di sospetti terroristi in Usa senza che questi siano sottoposti a regolare processo nel loro paese. L’ultimo caso riguarda tre europei di origine somala.

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