Abe accusa la Cina: “un atto pericoloso”

Martedì, il ministro della difesa giapponese Itsunori Onodera ha annunciato come una fregata cinese ha installato un apparecchio radar su una nave ed un elicottero giapponese il 30 gennaio scorso. Parlando di fronte al Parlamento nipponico, il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha definito la mossa di Pechino “un atto pericoloso” ed ha dichiarato come l'atto potrebbe portare ad una “situazione non prevedibile”. Dopo aver definito il gesto estremamente grave in un periodo in cui i due paesi stavano cercando di recuperare le nrmali relazioni bilaterali, Abe ha poi invitato Pechino a non forzare la situazione ad un'escalation non necessaria nella disputa territoriale delle isole Senkaku.
Gli Stati Uniti, che per la costituzione giapponesi sono obbligati a garantire la sicurezza del territorio nipponico, hanno più volte chiesto alle due parti di abbassare i toni ed evitare possibili conflitti che possano destabilizzare la stabilità regionale. “Azioni del genere aumentano i rischi di incidenti e fraintendimenti che possono compromettere la pace, stabilità, e crescita economica di una regione vitale”, ha dichiarato mercoledì il portavoce del Dipartimento di Stato, Victoria Nuland. Nessun commento ancora da Pechino sulla vicenda.
Nelle settimane scorse, entrambe le parti avevano cercato di abbassare le tensioni. In particolare, un inviato del premier nipponico Shinzo Abe ha incontrato il segretario del partito comunista cinese e prossimo presidente della Repubblica popolare Xi Jinping a Pechino, impegnandosi a sviluppare i legami bilaterali e ad organizzare un summit al vertice a breve. Proposta ribadita la settimana scorsa da Abe la settimana scorsa. Le dichiarazioni del primo ministro di martedì, tuttavia, dimostra come la vicenda sia tutt'altro che risolta. Pechino ha sfidato in modo sistematico il controllo della marina giapponese sulle isole, con violazioni ripetute da parte di motovedette, pescherecci e da ultimo addirittura con un aereo di ricognizione, il primo caso di violazione della sovranità aerea giapponese della Cina dal 1958. La Cina continua a rivendicare che le isole sono parte integrante del suo territorio ed ha chiesto alle Nazioni Unite di considerare le sue rivendicazioni storiche ed intervenire in base alla Convenzione di Montego Bay, che dimostrerebbe come siano il prolungamento della sua piattaforma continentale. Il Giappone ha escluso l'intervento di organi delle Nazioni Unite nella vicenda.

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