Con il salario sociale di classe la Cina crescerà del 9% nel 2021

28 Dicembre 2020 14:00 Pasquale Cicalese

Si infittiscono i contributi di economisti cinesi a seguito della Work economic conference del 18 dicembre scorso.

Ieri People's Daily dava voce a diversi di loro. Un rapporto pubblicato domenica dall'Academic Center for Chinese Economic Practice and Thinking presso la Tsinghua University prevede che il PIL cinese dovrebbe espandersi del 2,1% anno su anno nel 2020, con una crescita del quarto trimestre del 5,5%. Ha inoltre previsto che l'economia crescerà probabilmente dall'8 al 9% nel 2021. Asse centrale della crescita saranno i consumi, mediante il rafforzamento del salario sociale di classe.

A questo riguardo la politica fiscale 2021 sarà proattiva, con un minor deficit rispetto al 2020 (che è stato pari al 3,6%) ma la cosa determinante sarà l'allocazione della spesa governativa.

Probabilmente minori investimenti infrastrutturali e maggiore spesa sociale in assistenza medica, assistenza agli anziani (tipico dei cinesi, dove gli anziani hanno un posto speciale) e istruzione. Inoltre saranno smantellati alcune restrizioni ai migranti delle metropoli cinesi, in modo da garantire loro assistenza sociale, in particolare alloggi pubblici.

Zhang Bin, un ricercatore presso l'Istituto di economia e politica mondiale dell'Accademia cinese delle scienze sociali, ha suggerito domenica in un'intervista che gli sforzi per costruire una rete di sicurezza sociale più forte per i residenti a basso reddito, nonché per l'istruzione e l'assistenza sanitaria, avranno più peso in una struttura di spesa fiscale raffinata per renderla più efficace e portare maggiori benefici.

È necessaria una distribuzione del reddito più equa per garantire che l'espansione economica porti benefici a tutti, ha detto Zhang, aggiungendo che sono necessari maggiori sforzi sui servizi pubblici e sulla sicurezza sociale. Ormai, apertamente, gli economisti cinesi pongono la questione del salario sociale e dell'equa distribuzione del reddito come assi centrali di una futura crescita di "alta qualità", anche al fine di ridurre il "risparmio precauzionale", che è intorno al 41% del pil e indirizzarlo verso i consumi. La staffetta investimenti (volti all'aumento della produttività totale dei fattori produttivi al parti degli standard occidentali), che ha caratterizzato la Cina negli ultimi 40 anni, lascia ora lo spazio al consumo e al benessere della popolazione, preceduto negli ultimi 12 anni dalla reflazione salariale.

Obiettivo: aumentare la classe media da 400 a 600 milioni di persone per non dipendere dal mercato mondiale. La Cina dopo 40 anni volta pagina.

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