"Oggi la posta in palio è la miseria dei popoli europei. Tutto il resto sono chiacchiere"

26 Aprile 2022 09:00 Pasquale Cicalese

Come sapete, non scrivo di guerra, in questi mesi ho lasciato scrivere manager, economisti, imprenditrici/ori, insegnanti, volontarie. Volevo dar voce a loro, che mi rappresentavano. Oggi ospito nuovamente il direttore generale di una multinazionale asiatica, Sergio Calzolari, molto letto in questo sito e anche su l'AntiDiplomatico, apprezzato molto dal direttore. E’ una sua prospettiva, che faccio mia. Da mesi non vado su siti di sinistra, vedo solo numeri, telefono a gestori e imprenditori, che mi chiariscono le idee. Ho una pagina telegram, gli iscritti dicono sempre cose interessanti, che mi arricchiscono. Spero che questa disquisizione del manager trovi il loro favore e il favore dei lettori de l'AntiDiplomatico. Buona lettura.

“Buongiorno rivoluzionari.

Ho voluto aspettare l’esito delle elezioni in Francia e la gestione delle manifestazioni per il 25 aprile prima di prendere questa posizione. Così come ho aspettato oltre 1 anno per vedere segni di ravvedimento marxista sulla gestione della pandemia (unico il bravo Rizzo, cui va il merito del coraggio e della coerenza, anche se la sua posizione sta dentro un telaio invecchiato).

Ci si potrebbe chiedere qual è la relazione fra i 2 fenomeni in apertura citati: presto detto: è la stupidità e la connivenza della maggioranza della sinistra estrema con la sinistra di regime.

1. Parliamo delle elezioni in Francia. Tutte le élites mondiali, basta leggere le varie dichiarazioni, erano preoccupate da una possibile vittoria della Le Pen, e non perché di destra fascista, ma per un semplice motivo: perché non equidistante e quindi poteva disturbare la Nato dall’entrata in una potenziale guerra e, nel contempo, destabilizzare l’Unione Europea.
Ebbene, questa semplice motivazione, di buonsenso, doveva essere la giustificazione per portare i voti nostri (chi è contro la guerra) alla Le Pen.
Ma questo non è avvenuto. Per nulla. Anzi, tutt’altro.

Arriviamo così al punto numero 2: la gestione del 25 aprile è chiaramente una gestione filo Nato e filoamericana e filo imperialista.
Le dichiarazioni adottate dai vari sindaci per mettere le bandiere Nato costruiscono un falso mito fondativo della Repubblica.
Come avevo scritto in un precedente intervento, dobbiamo velocemente distinguerci da tutta questa porcheria di sinistra, non in quanto trattasi di sinistra riformista o moderata, bensì in quanto questa sinistra odierna può portarci alla catastrofe termonucleare.
E allora, assai più semplicemente, a fronte del rischio di morte del pianeta, ogni alleanza fra diversi soggetti diventa ammissibile.
Chi non capisce questo aspetto e adduce motivi ideologici oppure teorici di fase è complice. Ma, in fin dei conti, ed a ben vedere, la complicità era già manifesta quando Biden vinse rubando le elezioni a Trump; la sinistra, anche quella estrema, festeggiò senza capire che il mondo sarebbe stato portato in guerra, nonostante lo dicessero tutti gli analisti seri. Nel 2020 esistevano già decine di interventi che mostravano come i circoli attorno a Biden avrebbero portato la guerra con la Russia.
Solo degli stupidi idioti potevano festeggiare contro Trump. Qui ed oggi è la stessa cosa.
Gli esiti, ormai, sono soltanto 2: o la guerra europea con l’entrata della Nato adesso o la medesima situazione fra qualche anno.
Ormai è solo questione di tempo, come diceva Giulietto Chiesa nel deserto attorno a lui, in quanto accusato di essere rossobruno.
A questo punto, dopo 2 mesi, i giochi sono cambiati in peggio, eppure continuano, nell’ambito della sinistra estrema, le discussioni astratte….ancora si disquisisce di questioni astruse senza aver mai avuto la capacità di mettere in campo un’azione forte e chiara e di massa in unione con la borghesia nazionale colpita dalla guerra. Senza avere una chiara visione nella sua prospettiva strategica di lungo periodo, che presuppone una rottura netta e definitiva e totale con ogni propaggine di quella che fu la sinistra del novecento. Se tale rottura non procede poi non ci si meravigli se in Europa ed in Italia non esiste un movimento di massa contro la guerra. Che contro la guerra vi sia la borghesia tedesca oppure i circoli conservatori.
Che il mediatore sia Erdo?an.
Che Modi e la sua India contribuiscano piu di mille cortei.

Questa mancata risposta di massa in Europa ha la sua responsabilità anche presso i pochi teorici rimasti antagonisti.
Specializzati nei futili distinguo e chiacchiere inconcludenti.
All’inizio della guerra, su questo sito, io ed altri, indicammo chiaramente il nuovo scenario mondiale di divisione del mondo in 2 blocchi, e parlammo del processo di de dollarizzazione eccetera eccetera.
Ma assurdamente dopo 2 mesi leggo ancora le stesse cose. Si continua a parlare di questi aspetti. Ma ciò è inconcepibile. Le tendenze sono quelle ed è inutile che si perda tempo a scrivere pagine e pagine sulla tendenza, bisogna agire dentro la tendenza non predicarne gli esiti.
Ma però la differenza rispetto a 2 mesi fa è, che mentre 2 mesi fa la tendenza aveva come fase tattica temporanea e chiara la possibile trattativa, oggi nelle menti delle elites anglosassoni dei circoli di potere, questa trattativa è scomparsa.
Quindi, mentre 2 mesi fa lo scenario del mondo diviso in 2 e lo scenario della dedollarizzazione avevano una tempistica, oggi ne hanno un’altra.
Gli intellettuali marxisti continuano a perdere tempo con il citare Samir Amin o altre dotte citazioni economicistiche di Marx.
Ma chi se ne frega…non ce ne deve fregare niente. Oggi la posta in palio è la fine dell’Europa così come l’abbiamo conosciuta e la miseria dei popoli europei. Tutto il resto sono chiacchiere di persone isolate dal mondo che poi al momento opportuno votano Macron.
Quindi lavoriamo ad un movimento popolare ampio con sindacati di base e settori del mondo imprenditoriale colpito dalla crisi, e andate a fare in culo voi intellettuali rivoluzionari della parola, amanti del “ma anche” e dei distinguo.
Contare sulle proprie forze, e calci in culo a tutti quelli che, complessificando il discorso equidistante nei fatti, non difendono un futuro popolare, che, meglio ricordarcelo fra di noi, non esisterà con la sconfitta della Russia, qualsiasi regime vi sia in quel paese.
Torniamo sulla terra, prima che sia troppo tardi."

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