CINA E IRAN, COOPERAZIONE IN “MARI LONTANI” (Aggiornamento)


Una prima volta in assoluto che non può certo passare inosservata alla luce della rilevanza strategica dell'area interessata: domenica scorsa, secondo quanto rivelato dalla Tv di Stato iraniana e poi riportato dai maggiori organi di stampa internazionali - un cacciatorpediniere e una fregata della Repubblica popolare cinese hanno attraccato nel porto meridionale iraniano di Bandar Abbas nell'ambito di una esercitazione comune (“Velayat 3”) che che ha visto impegnate per quattro giorni le due Marine in operazioni di salvataggio marittimo, addestramento in caso di incidenti in mare aperto e di contrasto alla pirateria. Area strategica, abbiamo detto, perché il porto iraniano non solo si trova a ridosso dello Stretto di Hormuz, passaggio del Golfo Persico dove transita un quinto del petrolio mondiale (e ben il 17% dell'oro nero prodotto nell'area), ma fronteggia anche la base della 5a flotta della Us Navy in Bahrain.
Pechino è dal 2007 il principale partner commerciale di Teheran, tanto che nei primi mesi di quest'anno ha importato oltre 600mila barili di petrolio, segnando un +48% rispetto allo stesso periodo del 2013. A questo rapporto ormai "storico" si affianca, quindi, una collaborazione politica e militare - in stile Shanghai Cooperation Organisation con un Iran tra i possibili nuovo aderenti - in un'area di tradizionale (e preponderante) presenza militare statunitense.
La visita e l’esercitazione rappresentano, nel quadro della partecipazione cinese alla missione internazionale anti-pirateria, la volontà di Pechino di spingere la propria proiezione navale oltre i “mari regionali” per garantire la propria sicurezza, soprattutto in riferimento alle vie di comunicazione marittima, nei “mari lontani”. La libertà di navigazione, in quadro di collaborazione (“oceani armoniosi”) internazionale, è considerata condizione indispensabile per lo sviluppo del Paese.

Per il Global Times, giornale di stampo nazionalista legato al Quotidiano del Popolo, l'esercitazione è il segnale dell'importanza della partnership con l'Iran al fine di evitare un blocco dello Stretto di Hormuz da parte degli Stati Uniti. L'analista militare Huang Dong ha confermato questa prospettiva: la Cina non sta provocando gli Stati Uniti, ma l'invio di navi da guerra nel Golfo Persico serve a far sapere a Washington sapere che la marina cinese ha la capacità di difendere lo Stretto di Hormuz e l'Oceano Indiano.
Diego Angelo Bertozzi

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