Daniele Luttazzi - Tagli all’Unrwa e armi a Israele: i nostri doppi standard


di Daniele Luttazzi - Fatto Quotidiano (rubrica Nonc'èdiche)

25 aprile 2024

L’Unrwa (United Nations Relief and Works Agency) è l’agenzia Onu che assiste milioni di palestinesi; sostiene i rifugiati che vennero privati delle loro case nel 1948, dopo la spartizione Onu della Palestina. Due mesi fa il Wall Street Journal rilanciò l’accusa di fonte israeliana secondo cui 12 membri dell’Unrwa erano coinvolti negli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Era una balla malvagia che, amplificata dal Wsj, andò a segno: 16 Stati (Usa, Uk, Germania, Francia, Italia, Austria, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Romania, Svezia, Islanda, Giappone e Australia) sospesero il finanziamento all’Unrwa. A nulla valse l’appello di Amnesty International, che li esortò a non sospendere i fondi: “È profondamente sconcertante – anzi, disumano – che diversi governi abbiano preso decisioni che causeranno ulteriori sofferenze a più di due milioni di palestinesi, già esposti al rischio di genocidio e a una carestia pianificata, solo pochi giorni dopo che la Corte internazionale di giustizia ha concluso che la sopravvivenza dei palestinesi a Gaza è a rischio. Le accuse riguardanti il coinvolgimento di dipendenti dell’Unrwa negli attacchi del 7 ottobre sono gravi; chiunque sia implicato in modo sufficientemente accertato deve essere sottoposto a processi equi.

Tuttavia, le presunte azioni di alcuni individui non devono essere utilizzate come pretesto per interrompere l’assistenza vitale in quella che potrebbe configurarsi come una forma di punizione collettiva.” Spagna, Norvegia e Belgio non sospesero il finanziamento, riconoscendo il ruolo vitale dell’Unrwa; l’Irlanda aumentò il suo. “È vergognoso che alcuni Stati chiave, tra cui Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Germania, Australia e Francia, anziché prestare attenzione alla decisione della Corte internazionale di giustizia e alla constatazione che la catastrofica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è seriamente a rischio di ulteriore deterioramento, abbiano interrotto il finanziamento al principale fornitore di aiuti per i civili a Gaza. Tutti gli Stati hanno il chiaro dovere di garantire l’attuazione delle decisioni della Corte internazionale di giustizia, comprese quelle che ordinano a Israele di adottare misure immediate ed efficaci per garantire la fornitura di assistenza umanitaria ai civili palestinesi a Gaza, considerato un passo fondamentale per prevenire il genocidio e ulteriori danni irreparabili. Alcuni degli stessi governi che hanno annunciato l’interruzione dei finanziamenti all’Unrwa hanno nel frattempo continuato a fornire armi alle forze militari israeliane, nonostante le prove schiaccianti che ne dimostrano l’utilizzo per commettere crimini di guerra e gravi violazioni dei diritti umani. La fretta nel congelare i fondi per l’assistenza umanitaria, basata su accuse ancora in fase di indagine mentre ci si rifiuta persino di considerare la sospensione del supporto alle forze militari israeliane, rappresenta un evidente esempio di doppio standard.

Invece di sospendere finanziamenti vitali per chi ne ha bisogno, gli Stati coinvolti dovrebbero adoperarsi per fermare i trasferimenti di armi a Israele e ai gruppi armati palestinesi e premere per un immediato e duraturo cessate il fuoco e pieno accesso agli aiuti umanitari, al fine di alleviare le devastanti sofferenze in corso”. La buona notizia è che la Germania, il Paese più filo-israeliano in Europa, riprenderà a finanziare l’Unrwa poiché Israele non ha saputo provare le sue accuse. Scrive Lee Caspi, attivista israeliano per i diritti umani: “Sto avendo un déjà vu: ricordate quando Israele classificò sei Ong della Cisgiordania come bracci politici del Fronte per la Liberazione della Palestina? Questo è lo stesso copione: finanziamenti congelati, indagini, accuse infondate”. Confido nella prossima mossa di Giorgia, l’antifascista.

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