Riuscirà la Russia a prevenire la guerra che gli Usa vogliono scatenare in Europa?

29 Gennaio 2022 17:00 Marinella Mondaini

Il grande compito della Russia oggi è quello di fermare la guerra che gli statunitensi stanno scatenando.

Stati Uniti e Nato hanno consegnato la risposta alla Russia, non hanno alcuna intenzione di retrocedere dalla politica delle “porte aperte”, ci hanno messo un mese e mezzo per rispondere “no” alle richieste più importanti. Sulle questioni minori hanno lanciato un segnale positivo di dialogo e collaborazione. Ma non è questo che interessa la Russia, ciò che importa è che l’Occidente non ha alcuna intenzione di parlare di garanzie di sicurezza per la Russia.

Ieri Putin nella conversazione telefonica che ha tenuto con il presidente francese Macron, ha dichiarato che la Russia studierà attentamente le risposte ricevute, dopodiché prenderà la decisione sulle azioni concrete da intraprendere. Putin ha detto che non hanno tenuto conto delle preoccupazioni più importanti della Russia, come il non allargamento della Nato, non installare sistemi offensivi sulle frontiere russe e il ritorno al potenziale militare e alle infrastrutture della Nato in Europa alle posizioni del 1997; inoltre Putin ha sottolineato che è stato ignorato il punto chiave e cioè come sono intenzionati a seguire il principio, fissato nei documenti basilari dell’OSCE e dell’accordo fra Russia e Nato, sulla indivisibilità della sicurezza, cioè nessuno deve rafforzare la propria sicurezza a spese degli altri.

I media occidentali ieri hanno riportato i particolari della risposta gli Stati Uniti e della Nato alle richieste della Russia, ma i rappresentanti dell’Alleanza Atlantica e i funzionari dell’Amministrazione americana gli hanno notevolmente alleggerito il compito: funzionari non ufficiali hanno organizzato la fuga di notizie, mentre ufficialmente sono intervenuti per avanzare pretese alla Russia. Il solito gioco. Però adesso siamo entrati in una partita lunga, perché non si tratta dell’Ucraina, ma di disegnare un nuovo ordine mondiale, dove, nel caso gli Stati Uniti non se ne siano accorti, non sono più loro a dare le carte, a dettare il gioco e regole. Il mondo unipolare è finito ma gli statunitensi non vogliono accettarlo.

I mass media occidentali sostengono tale linea e continuano a mentire scrivendo che le trattative tra Russia-Nato-Usa sono imperniate sulla questione ucraina.

Ieri per illustrare la risposta, il Segretario di Stato americano, Anton Blinken all’incontro coi giornalisti ha detto cose insignificanti: “nel documento non ci sono proposte dirette, ma solo alcuni pensieri, alla cui stesura ha preso parte il presidente Biden, ma se la Russia è intenzionata sul serio, possiamo rafforzare la sicurezza collettiva”.

Oggi ha commentato il ministro degli esteri russo Lavrov. Alla domanda del Capo redattore di Russia Today, Margarita Simonyan se ci sarà o no la guerra, ha così risposto: “Se dipendesse dalla Russia, le guerre non ci sarebbero, noi non vogliamo la guerra, però non permettiamo di ignorare, né calpestare rozzamente i nostri interessi. Le trattative non sono finite, abbiamo ricevuto solo l’altro ieri la risposta, che è redatta nello “stile occidentale”, su molte cose c’è il tentativo di ingarbugliare la matassa, ma ci sono anche semi razionali ma solo su questioni di secondaria importanza.

Di fronte alla risposta della Nato, quella degli Stati Uniti appare un modello di decenza diplomatica! La risposta della Nato è così ideologizzata che trasuda tracotanza da tutti i pori: “esclusività dell’Alleanza Atlantica”, “la Nato possiede un destino speciale, una missione ineguagliabile” Nel leggerla, io stesso, - continua Lavrov -, ho provato un pò di vergogna per chi ha scritto quel testo!” Mentre pronunciava queste parole, a Lavrov si muovevano le mani come per rappresentare tale “eccezionalità” della Nato. Poi ha aggiunto: “La “costruttività” che c’è nel testo di risposta della Nato - per chiamare le cose col loro nome - è stata presa in prestito dalle iniziative della Russia negli ultimi tempi, ma almeno, come si dice, è già qualcosa. Ma la cosa, principale, essenziale per la Russia, è venire a capo dei fondamenti concettuali sui quali si regge la sicurezza europea. Purtroppo gli Stati Uniti e la Nato cercano di sbarazzarsi delle loro responsabilità”.

Si tratta solo di irresponsabilità, ma anche di follia della menzogna e idiozia patologica. Il Segretario di Stato Antony Blinken ha scritto oggi di aver avuto “una conversazione proficua con il ministro degli Esteri britannico, Liz Truss, e hanno stabilito l’importanza di coordinare una risposta all’aggressione della Russia sui suoi confini con l’Ucraina”. La portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova ha risposto sarcasticamente: "Sarebbe a dire che la Russia ha aggredito, invaso se stessa?"

La portavoce della Casa Bianca Jen Psaki :“Per prima cosa dico che l’aggressore è la Russia e per quanto riguarda le minacce dei russi rispondo con la dichiarazione di Blinken che mi è piaciuta: la situazione assomiglia a quella della volpe che minaccia di attaccare le galline nel pollaio perché sente venire da loro la minaccia”

Che dire della metafora del funzionario Blinken? Gli statunitensi si identificano con i padroni di un pollaio di galline? Una cosa è certa, negli ultimi anni le dichiarazioni dei rappresentanti del potere statunitense sono scese a un livello infimo, dando la cifra del degrado morale dell’Occidente. Oggi Viktoria Nuland ha proposto di far defluire nel gasdotto “vodka” e lo ha definito “un mucchio di metallo sui fondali dell’Oceano”.

Negli USA la Germania viene bollata di essere un “partner inaffidabile”, la “scontentezza “ riguarda il non voler stoppare il gasdotto “North stream 2” , nonostante le minacce e la pressione, ma gli alti interessi economici valgon la pena di persistere.

Oggi il presidente ucraino Zelenskij ha ricevuto la tanto attesa telefonata da Biden, ma il risultato del colloquio non è buono. La CNN ha rivelato dei particolari e cioè che Biden sarebbe andato letteralmente su tutte le furie quando ha appreso dal presidente ucraino che questi non crede nell’aggressione di Putin. Biden ha avvisato Zelenskij che “l’invasione è inevitabile e la città di Kiev verrà saccheggiata dai russi”.

Gli statunitensi provano grande delusione per la guerra annunciata che non arriva! Oggi lo speaker del Pentagono, Kirby ha dichiarato che gli Stati Uniti faranno tutto il possibile per rilevare tutti i segnali dell’inevitabile escalation in Ucraina, insomma stanno implorando la guerra, ma Putin non si muove e tace. La Casa Bianca cova chiaramente il piano della guerra e nella spasmodica voglia manda ingenti nuovi aiuti militari, perché come dicono - “l’Ucraina è la vittima”.

Mandare le armi in Ucraina è però prerogativa solo dell’Occidente. Il primo vice presidente del Consiglio della Federazione Russa, nonché segretario del Consiglio del Partito “Russia Unita”, ieri ha fatto una dichiarazione importante: “Siamo estremamente preoccupati del fatto che l’Ucraina viene continuamente imbottita di armi letali dall’Occidente, quasi tutti i maggiori paesi Nato lo fanno e in enormi quantità: quest’anno, solo dagli Stati Uniti e Gran Bretagna sono stati compiuti decine e decine di voli in Ucraina, dove sono stati portati complessi missilistici, lanciagranate, armi portatili, mine e molto molto altro. Ritengo che in tali condizioni, la Russia deve dare aiuto alle due repubbliche di Lugansk e Donetsk, fornendo loro determinati tipi di armi che aumentino la loro capacità di difesa militare, per contenere l’aggressione militare che Kiev ha preparato per il Donbass. Bisogna fermare il regime di Kiev!” La reazione degli Stati Uniti è stata molto negativa, hanno dichiarato che la Russia per mandare gli aiuti militari al Donbass , deve prima concordarlo col Consiglio di Sicurezza dell’ONU, altrimenti questo è una violazione del diritto internazionale.

Il Donbass ovviamente non può che gioire dell’aiuto militare: “accetteremo con riconoscenza dalla Federazione Russa qualsiasi aiuto che possa servire a minimizzare i possibili rischi e perdite umane”. Secondo le parole del ministro Lavrov, “Washington usa l’Ucraina, fornendo le armi a Kiev cerca di accendere il conflitto, aumentando costantemente la tensione. Gli Stati Uniti sempre più apertamente e cinicamente usano a tal punto l’Ucraina contro la Russia, che lo stesso regime di Kiev si è spaventato e prova ad abbassare la retorica, e dice di non accendere così la discussione, ancora non c’è bisogno di evacuare le ambasciate, ma chi ha evacuato il personale dalle ambasciate? - dice Lavrov, - gli americani e gli altri anglosassoni, canadesi e britannici, ciò significa che costoro sanno qualcosa, sanno qualcosa che gli altri non sanno, ne consegue che dobbiamo pensare che anche contro di noi hanno ordito delle provocazioni, sarà il caso che anche noi prendiamo le nostre misure preventive?

In pratica l’enorme compito della pacifica Russia adesso è prevenire la guerra che gli Stati Uniti stanno scatenando in Europa e in Ucraina.

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