"Non diranno che stanno facendo la stessa cosa": l'Ungheria afferma che nove paesi dell'UE acquistano gas russo in rubli

02 Maggio 2022 15:15 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Diversi leader dell’Unione Europea hanno dichiarato solennemente che non aderiranno al nuovo schema di acquisto del gas naturale introdotto dalla Russia in seguito alle sanzioni del blocco comunitario per l’operazione militare speciale avviata da Mosca per smilitarizzare e denazificare l’Ucraina.

Sarebbero però già dici i paesi dell’Unione Europea a importare il gas naturale russo aderendo al nuovo schema di pagamento, secondo quanto affermato da Gergely Gulyás, ministro dell'Ufficio del Primo Ministro ungherese Víktor Órban, in un'intervista trasmessa questa domenica alla radio pubblica magiara Kossuth.

L'alto funzionario ha chiarito che Budapest, che ha pubblicamente accettato le nuove regole, ha aperto un conto bancario in euro presso la russa Gazprombank, che si occupa di convertire i pagamenti in rubli e poi trasferire i fondi al colosso del gas Gazprom.

Questo è il nuovo schema:

Gli acquirenti stranieri di paesi "ostili" aprono due conti speciali in una banca autorizzata russa (Gazprombank, contro la quale l'UE non ha imposto sanzioni) - in valuta estera e in rubli.

Gli stranieri trasferiscono sul primo conto la valuta in cui hanno pagato finora, in base ai contratti (questo, come spiegano gli esperti, è un punto importante: i contratti non vengono violati).

La banca stessa converte in rubli sulla borsa di Mosca e accredita sul conto in rubli corrispondente.

Dal conto in rubli, il pagamento viene effettuato a Gazprom.

Separatamente, si precisa che non è consentito bloccare fondi su questi conti o cancellare eventuali obbligazioni di acquirenti esteri non legate al gas.

La Banca Centrale deve assumere tutte le decisioni relative alla procedura di apertura di conti speciali per acquirenti esteri di gas entro 10 giorni.

Prima della nuova legislazione adottata dalla Russia i fondi in euro e dollari venivano trasferiti sul conto dell'esportatore russo in Europa; questo era considerato un accredito di pagamento ai sensi del contratto.

"L'immagazzinamento di fondi in una banca straniera implicava la garanzia della liquidità di quella stessa banca e, in base al nuovo schema, questa liquidità viene trasferita alla giurisdizione russa", ha spiegato Andrey Kochetkov, analista capo presso il dipartimento di analisi di mercato di Otkrytie Investments. “Questo causa insoddisfazione tra i politici europei”.

"Il punto è fornire garanzie sulla ricezione dei fondi per il gas da Paesi ostili, ovvero si tratta di riservare entrate all'interno delle infrastrutture finanziarie del Paese. Questo aiuterà ad evitare vari imprevisti: stop e congelamenti o altri problemi nelle operazioni. Inoltre, ciò garantisce anche la conversione del 100% delle entrate in valuta estera, che sarà effettuata da Gazprom”, aggiunge Pavel Shatov, partner di Capital Lab.

Oltre all'Ungheria, altri nove paesi europei acquistano il gas nell'ambito del nuovo schema, ma preferiscono mantenere il silenzio sulla questione. Secondo Gulyás, lo fanno "perché oggi l'idea di essere un buon europeo significa anche che i leader di questi paesi non sono onesti quando parlano, né sull'arena internazionale né davanti al proprio popolo". "Gli altri nove paesi non diranno che stanno facendo lo stesso", ha affermato il ministro ai media ungheresi.

"Nessuno abbia il minimo dubbio che chi oggi riceve materie prime dalla Russia paghi esattamente allo stesso modo per il gas naturale, con la stessa procedura", ha aggiunto.

Parlando di possibili sanzioni contro il petrolio e il gas russi, Gulyás ha ribadito che l'Ungheria è contraria a tale politica. "Non dobbiamo imporre sanzioni che puniscono principalmente noi e non chi vogliamo sanzionare", ha dichiarato l'alto funzionario.

Gulyás non ha specificato a quali paesi faceva riferimento. Finora, Gazprom ha sospeso le consegne di gas a Bulgaria e Polonia dopo il loro rifiuto di pagare in rubli. La società ha riferito che Varsavia continua ad acquistare gas attraverso il pompaggio inverso dalla Germania.

Nel frattempo, l'agenzia Bloomberg ha riferito questa settimana, citando una fonte vicina a Gazprom, che dieci società europee hanno già aperto i conti necessari in Gazprombank. Inoltre, quattro acquirenti di gas russo hanno già pagato le forniture in rubli utilizzando il nuovo schema. Al riguardo, fa notare che nuove sospensioni sono improbabili fino alla seconda metà di maggio, quando corrisponderanno i successivi pagamenti.

Konstantin Simonov, direttore esecutivo della Fondazione per la sicurezza energetica nazionale russa, ha affermato che la divisione dell’Unione Europea sull'accettare o meno lo schema di pagamento proposto da Mosca è dovuta, tra l'altro, a ragioni politiche.

L'esperto ha sottolineato che lo schema presentato dalla Russia è "molto comodo per gli acquirenti" che, in linea di principio, pagano in euro il gas, mentre Gazprombank si occupa della conversione in rubli. "Tecnicamente, se l'azienda vuole dire che paga in euro, può dichiararlo in Europa. Quindi è solo una questione di scelta politica, ed è per questo che ora è chiaro chi sta prendendo una decisione economica e chi sta facendo una decisione politica”.

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