Gli ATACMS (l'ultima speranza neocon invocata per Kiev) e il parallelo con gli V2

16 Giugno 2023 16:00 Piccole Note


PICCOLE NOTE

“In questo momento l’Ucraina non ha bisogno di spettatori. Ha bisogno degli ATACMS”. Così Ben Hodges sul Washington Post, che in tal modo reitera una richiesta indirizzata da tempo e in maniera ossessiva alla Casa Bianca e finora respinta al mittente.

Si tratta dei noti missili a lungo raggio, che secondo gli strateghi da operetta di rito neocon permetterebbero di ribaltare le sorti della guerra, come peraltro avrebbero dovuto fare le altre armi magiche inviate a Kiev nel tempo (i Patriot, i blindati, gli F-16…).

Tale richiesta in questi ultimi mesi ha assunto un carattere di urgenza, dal momento che gli strateghi di cui sopra hanno impattato con la dura realtà e registrato il disastro della gloriosa controffensiva che avevano preannunciato come foriera di prestigiosi allori.

L’attacco ucraino non va. E se nei primi giorni i media potevano barare raccontando ai loro lettori dei piccoli, ma significativi successi tattici conseguiti dagli ucraini, hanno poi dovuto ammettere i fallimenti.

Per mantenere viva la fiamma della speranza ora si affannano a spiegare l’ovvietà, cioè che qualsiasi attacco comporta perdite, eludendo però la conclusione di tale considerazione, che cioè tali perdite sono giustificate in caso di successi tattici o strategici. Ma così non è stato: a fronte delle enormi perdite, gli ucraini finora non hanno ottenuto nulla.à

L’inutile bagno di sangue

Questo il tweet dell’ex senatore americano Dick Black: “L’offensiva ucraina ha impattato contro un muro d’acciaio. 7.000 KIA [morti in battaglia ndr], 160 carri armati e 360 ??veicoli corazzati distrutti in una sola settimana con guadagni irrisori. È un inutile bagno di sangue. Carri armati Leopard carbonizzati e veicoli Bradley giacciono ovunque. Dire all’Ucraina di combattere ‘per tutto il tempo necessario’ è disumano. Poniamo fine subito a questa tragica guerra”. Purtroppo è vox clamantis in deserto (il numero dei morti ci sembra esagerato, ma è pur sempre un politico influente della Virginia, dove ha sede la Cia, che qualcosa sa).

L’altro modo per minimizzare i rovesci è quello di spiegare che questi primi attacchi erano solo tattici, volti solo a saggiare le difese nemiche, e che l’attacco vero e proprio deve ancora arrivare.

Vero, ma anche qui manca un pezzo. Anzitutto, i blindati utilizzati nelle varie operazioni erano in numero considerevole, il che segnala che non erano affatto secondari, piuttosto avevano lo scopo di sfondare la prima linea, creare un buco nel quale attestarsi per aprire la via all’attacco massivo. E hanno fallito.

Certo, gli ucraini non hanno ancora mosso la loro vera forza d’urto, da cui la rassicurazione che di fatto l’offensiva non sarebbe iniziata. Ma non l’ha fatto a causa di tali fallimenti e nel timore di una disfatta, sia iniziale che postuma a un effimero successo iniziale.


La guerra incrementale

Tanto che, in un articolo di Politico, un alto graduato ucraino ha dichiarato: “Qui non è come a Kharkiv. Dobbiamo essere prudenti. I russi hanno imparato e si sono preparati, e le loro linee difensive sono formidabili: non abbiamo uomini da sprecare, né equipaggiamento. I progressi dovranno essere incrementali”.

Potrebbe essere proprio questa la nuova parola d’ordine: avanzata “incrementale”, cioè una battaglia lunga con piccoli successi, tali da poter continuare la guerra e alimentare la narrativa di successo conseguente (sempre che i successi arrivino). Tutto il contrario dei proclami pregressi che parlavano di un blitzkrieg vincente.

Ma ciò potrebbe non essere gradito agli sponsor di Kiev, dal momento che tale scenario assomiglia troppo a una guerra di logoramento, cioè a uno stallo, che i neocon vogliono scongiurare a tutti i costi perché potrebbe aprire vie al negoziato.

Politico accenna appunto alla possibilità che una guerra di logoramento possa logorare anche gli sponsor dell’Ucraina. E spiega: “All’inizio di quest’anno i funzionari di Washington hanno avvertito le controparti di Kiev che dovevano ottenere presto importanti conquiste, dal momento che le armi e gli aiuti degli Stati Uniti e degli alleati europei continuavano ad aumentare”.

“Con gli Stati Uniti che si avviano verso quello che probabilmente sarà una stagione elettorale (elezioni presidenziali) eccezionalmente torrida e infiammabile – per non dire altro – hanno avvertito che potrebbe essere difficile per il Congresso mantenere un così alto livello di assistenza economica e militare. E, a detta dei politici ucraini, nei più recenti colloqui con esponenti del Dipartimento di Stato americano e del Consiglio di sicurezza nazionale, le domande sul futuro impegno statunitense sono state respinte al mittente, scontrandosi di frequente con la risposta: ‘Vediamo come va la controffensiva’”.


Gli ATACMS e le V2

Insomma, la guerra ristagna e addirittura si paventa la sconfitta. Da qui l’urgenza di un’ulteriore escalation, cioè i missili a lungo raggio, che potrebbero alla fine arrivare superando le resistenze (com’è successo per le altre armi magiche).

Tale svolta, però, ricorda molto quanto successe alla fine della Seconda guerra mondiale, quando la Germania nazista, ormai sulla difensiva, cercò di fiaccare e far capitolare il nemico d’Oltremanica utilizzando i vettori V2.

Perché è ovvio che l’invio (eventuale) degli ATACMS non servirebbe solo per gli scopi dichiarati da Kiev, cioè colpire la Crimea e le linee di rifornimento nemiche, ma per bombardare le città russe. Come avvenne appunto per le città britanniche con le V2.

Non sortì effetto allora, al di là delle perdite di vite umane, non sortirà adesso. Sempre che i russi, vedendo i missili Nato cadere sullo loro città, non perdano definitivamente la pazienza… Vedremo.

P.s. Nella foto di apertura Il barone Wernher von Braun nel suo ufficio alla NASA con i modellini dei missili da lui progettati, dalle V2, che colpirono Londra nel corso del secondo conflitto mondiale (nel riquadro), ai Saturn V che portarono le missili Apollo sulla Luna.

Ex maggiore delle SS (Sturmbannführer) dopo la guerra si consegnò alle forze USA che lo impiegarono immediatamente nella NASA di cui fu direttore. Per la NASA, egli fu “indubbiamente il più grande scienziato della tecnica missilistica e aerospaziale della storia”. Nel 1975 ricevette la National Medal of Science.

Le più recenti da IN PRIMO PIANO

On Fire

Daniele Luttazzi - Le 7 domande che Fabio Fazio non ha rivolto a Ursula Von der Leyen

  di Daniele Luttazzi - Nonc'èdiche (Fatto Quotidiano, 14 maggio)     Durante la sua intervista a Ursula von der Leyen, Fabiofazio ha evitato alcune domande che...

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

I 3 momenti che sanciscono il punto di non ritorno per l'Europa

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Da sempre nella storia esistono dei passaggi storici che segnano un punto di svolta per interi popoli e per interi continenti. Sovente questi passaggi sono legati...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa