"Una questione di vita o di morte": Julian Assange, giornata decisiva per evitare l'estradizione negli USA

21 Febbraio 2024 08:34 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Secondo giorno di udienza presso l’Alta Corte di Londra dove si deciderà, nel secondo giorno di dibattimento, sull’estradizione negli Stati Uniti del Fondatore di WikiLeaks, il giornalista australiano Julian Assange.

Date le sue condizioni precarie di salute, ieri, Assange non ha partecipato alla prima udienza. Sua moglie Stella ha ribadito l’importanza di questa giornata per Julian, ritenendola una questione di vita o di morte.

"La sua salute è in declino, fisicamente e mentalmente. La sua vita è in pericolo ogni giorno in cui resta in prigione, e se verrà estradato, morirà."

I legali del giornalista australiano punteranno, nella loro difesa, sul fatto che per il loro assistito non c’è la garanzia di un giusto processo negli Stati Uniti, che un trattato tra Washington e Londra vieta l'estradizione per crimini politici e che il reato di spionaggio non è fra quelli che può essere applicato agli editori.

Uno dei legali di Assange, Edward Fitzgerald, durante il processo ha ricordato che il suo assistito è perseguitato per "aver svolto la normale pratica giornalistica di ottenere e pubblicare informazioni riservate, informazioni che sono allo stesso tempo vere e di evidente e importante interesse pubblico."

Nel caso l’Alta Corte si pronuncerà per l’estradizione, Assange può ricorrere ai tribunali britannici. Inoltre, la sua equipe difensiva ha già annunciato che ricorrerà alla Corte europea per i diritti dell’Uomo. Si teme, comunque, che possa essere estradato prima che la Corte europea possa pronunciarsi.

Assange paga la colpa di aver diffuso attraverso WikiLeaks le atrocità commesse dagli Stati Uniti nelle guerre mascherate da difesa dei diritti umani in Afghanistan e Iraq, conflitti che hanno causato centinaia di migliaia di morti e paesi devastati.

Colpire Assange deve essere un esempio, un monito, un avvertimento da lanciare in maniera definitiva.

La Strategia di Washington è semplice: chiunque divulghi informazioni sui governi occidentali sui loro crimini o malefatte nei loro paesi o all’estero deve in qualche modo morire.

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