CFK contro il neoliberismo di Milei: "Il fallimento di queste politiche è provato"

08 Aprile 2024 16:41 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Mentre il peronismo si riorganizza per l’opposizione al governo ultra-liberista di Javier Milei riappare sulla scena l’ex presidente Cristina Fernández de Kirchner. In un audio inviato alla sessione plenaria della Tavola Rotonda Nazionale di Nuevo Encuentro, ha messo in guardia sulle tariffe elevate e sulla crisi del debito che sta attraversando l'Argentina. "La situazione sta peggiorando sempre di più".

L'audio, che dura poco più di due minuti, è stato diffuso da Nuevo Encuentro sul suo account X mentre si svolgeva la plenaria dell'organizzazione a Morón. "Sono sicura che sarete d'accordo con me, è essenziale affrontare e approfondire la situazione del Paese", esordisce CFK e allude subito al documento che aveva pubblicato il 14 febbraio - "giorno di San Valentino", come ha poi ironicamente sottolineato - intitolato "L'Argentina nella sua terza crisi del debito. Quadro della situazione". In quel testo, l'ex presidente annunciava la necessità di analizzare il governo del libertario Milei, con il suo feroce piano di austerità che provocherà "una sorta di caos pianificato", da una prospettiva "storica, politica e sociale".

"Come avevamo previsto, la situazione sta peggiorando sempre di più, e ora si è aggiunta la questione del prezzo dei servizi pubblici essenziali", afferma nel messaggio alla militanza di Nuevo Encuentro e, riferendosi all'aumento tariffario di oltre il 400% che il governo ha consentito per il consumo di gas, sottolinea: "L'aumento delle tariffe, che in realtà dovrebbe implicare né più né meno che discutere o ridiscutere la questione energetica e il suo quadro normativo in Argentina, significherà senza dubbio una svolta nei tempi a venire".

Nel suo audio, CFK pone l'accento su due punti: il rincaro delle tariffe - che, secondo diversi leader peronisti, sarà la goccia che farà traboccare il vaso dell'umore sociale - e l'indebitamento, che CFK identifica come il principale motore delle crisi in Argentina. "Debito estero ed energia devono essere due vettori che si intrecciano nella costruzione di un'Argentina diversa, e la nostra opposizione al modello che ci viene proposto da un dogmatismo e da un'ideologia assolutamente incomprensibili non deve basarsi su dogmatismi o slogan, ma su prove empiriche. Ma sulla verifica empirica. Le opinioni possono variare, (ma) i fatti sono sacri, diceva qualcuno, no? Ebbene, la verifica empirica del fallimento di queste politiche, che non sono né nuove né originali", dice l'ex presidente, in un messaggio anti "dogmatismo" che ha un duplice scopo: mettere in guardia il fronte interno e, al tempo stesso, differenziarsi da Milei.

Il primo messaggio non è nuovo: lo aveva già espresso chiaramente nel documento di febbraio, in cui sottolineava che il peronismo doveva tornare a discutere di argomenti che aveva chiuso in precedenza, come l'"attualizzazione del lavoro", la lotta contro l'insicurezza e la qualità dell'istruzione pubblica. "Il dogmatismo ti lega a uno slogan che non ti permette di risolvere la questione. Devi essere realista e studiare le questioni senza dogmi, questo ti permette di essere più creativo", ha spiegato l'entourage di CFK.

"Il mileismo è totalmente dogmatico, è quasi religioso nella sua visione del mondo. Noi non lo siamo, ci accusano di questo, ma non lo siamo mai stati", sottolineano nel Kirchnerismo che, approfittando della discussione sull'energia aperta dai tagli alle tariffe, mettendo in evidenza quella che viene considerata una pietra miliare del pragmatismo del governo di CFK: la nazionalizzazione di YPF. "Cristina ha nazionalizzato il 51% di YPF e ha mantenuto la maggioranza per gestire l'azienda, che però ha continuato a essere quotata in borsa come qualsiasi altra azienda privata. Pensate che la prima compagnia a trivellare a Vaca Muerta è Chevron. Non si tratta di essere dogmatici, ma di avanzare verso un obiettivo strategico, come la nazionalizzazione della principale compagnia petrolifera, con criteri capitalistici e con partner nordamericani, cinesi o uruguaiani", insistono dall'Instituto Patria.

Una presa di posizione netta che, a meno di 48 ore dall'annuncio di Javier Milei di un allineamento totale con gli Stati Uniti, è anche una posizione di politica estera.

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