La Sicilia pronta ad accogliere il Presidente cinese Xi. Giusto Catania, Assessore alle infrastrutture di Palermo: "Penso che il suo viaggio lasci presagire nuovi equilibri politici nel Mediterraneo"


di Francesco Fustaneo


La Cina è un gigante in costante sviluppo che gradualmente sta cercando di scalzare dal podio economico mondiale gli Stati Uniti, optando per una politica economica estera di cooperazione , spesso offrendo ai paesi suoi interlocutori come contropartita la realizzazione di ingenti interventi infrastrutturali, anziché puntare all’ingerenza nelle vicende politiche interne o ad un approccio di tipo militare.

Da diversi anni ha ormai puntato all’incremento dei propri traffici nel Mediterraneo, complice l’idea di dare attuazione alla nuova Via della Seta, un progetto per definire una connettività infrastrutturale e commerciale tra Europa ed Asia e realizzare una nuova architettura economico-commerciale.

In questo frangente l’Italia e la Sicilia in particolare, per la propria posizione di centralità nel Mar Mediterraneo e di vicinanza al continente africano giocano un ruolo fondamentale.

Il “memorandum” che si sta concertando tra il governo italiano e quello cinese, inviso a USA e UE, prevede che Roma e Pechino esaminino tutte le opportunità di cooperazione in settori che vanno dai trasporti alla logistica, alle infrastrutture includendo pure la collaborazione finanziaria.

In quest’ottica il viaggio del Presidente cinese Xi Jinping in Italia assume una valenza particolare.

Il 21 e 22 marzo, infatti sarà a Roma e successivamente il 23 e 24 sarà in visita a Palermo.

Ufficialmente quello nel capoluogo siciliano sarà una visita privata, ma i rumours nelle stanze della politica cittadina fanno intuire che si celi dietro anche la stipula di diversi accordi di natura commerciale.

Contestualmente è stata rilanciata prepotentemente dai mezzi di informazione la notizia di un incontro nelle scorse settimane tra i rappresentanti di un fondo d'investimento di Shangai, e i vertici di Eurispes, il centro fondato e presieduto da Gian Maria Fara, per proporre di fare di Palermo il primo porto hub in Europa, con 16 milioni di container movimentati all'anno, operazione che porterebbe tra investimenti diretti e indotto, impiego per 435.000 persone, sicuramente non noccioline per una città che ha una fame atavica di lavoro. I soldi che verrebbero messi sul tavolo sarebbero 5 miliardi di euro, nell’ambito di un’operazione da condurre in project financing, che qualora andasse a buon fine farebbe del porto di Palermo uno snodo nevralgico per il traffico delle merci tra l'Asia e la sponda sud d’Europa.

Abbiamo provato a parlare dell’argomento con Giusto Catania, esponente di Rifondazione Comunista, a suo tempo europarlamentare e attualmente assessore con delega all’ Urbanistica, Ambiente e Mobilità nella Giunta presieduta da Orlando .

Assessore Catania che può dire in merito alla visita di Xi Jinping a Palermo?
Sul viaggio del presidente cinese, tenteremo di capire quali siano le reali ragioni, ma credo sia indubbiamente un passaggio molto importante; è uno degli uomini più potenti del pianeta e la sua visita lascia presagire ad una serie di investimenti importanti della Cina nel Mediterraneo. Del resto la Cina ha ormai un ruolo centrale nello scacchiere geopolitico mediterraneo, in particolare se consideriamo le relazioni con i paesi africani e del Maghreb e quindi credo sia naturale che persegua interessi economici nella parte europea del Mediterraneo e per questo Palermo ha una valenza strategica. Penso che il suo viaggio lasci presagire nuovi equilibri politici nel Mediterraneo.

Quali sono le sue considerazioni sulla proposta di investimento nel porto di Palermo per farne un gigantesco Hub?
In realtà qui siamo davanti ad una manovra ancora in alto mare, che credo non abbia grandi probabilità di realizzazione; si è associata questa proposta con la visita di Xi Jinping ma credo che le due cose di fatto non siano connesse. In realtà quello di cui si parla e che non può essere nemmeno ancoro qualificato come progetto, è incompatibile con la città. Sottintende un’opera mastodontica che di fatto deturperebbe la costa palermitana e del resto è incompatibile con tutti gli strumenti di pianificazione di cui si è dotata la città fino a questo momento. E’incompatibile col piano di utilizzo del demanio marittimo, col piano della mobilità sostenibile e col piano regolatore generale che si sta definendo; in quella zona della città tutto si può fare tranne “caricare” un enorme hub commerciale. Credo che questa proposta sia improponibile per l’idea e la vocazione che ha la città e in particolare per la sua costa. Per queste ragioni ritengo in questa fase si tratti di un’operazione da campagna elettorale, propagandistica per alimentare nuove aspettative, visto che chi lo propone è candidato alle elezioni europee.

Francesco Fustaneo

Le più recenti da L'Intervista

On Fire

Daniele Luttazzi - Le 7 domande che Fabio Fazio non ha rivolto a Ursula Von der Leyen

  di Daniele Luttazzi - Nonc'èdiche (Fatto Quotidiano, 14 maggio)     Durante la sua intervista a Ursula von der Leyen, Fabiofazio ha evitato alcune domande che...

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Pepe Escobar - Brics, preparatevi alla notizia bomba geoeconomica del 2024

  l'AntiDiplomatico è una testata online regolarmente registrata che subisce la censura su browser e social media per l'azione di una agenzia nordamericana di nome NewsGuard. Se vuoi rimanere...

Chef Rubio con il volto tumefatto denuncia l'aggressione di sei criminali nei pressi della sua abitazione

  Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, ha denunciato su X la vile aggressione di sei criminali nei pressi della sua dimora nella sera di mercoledì 15 maggio. Le immagini mostrano un Chef...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa