10 anni della Belt and Road Initiative. Fabio Massimo Parenti: "Non potrà che rafforzare i Brics allargati"


di Chen Ji e Pietro Fiocchi


Intervista al professor Fabio Massimo Parenti*, docente di relazioni internazionali, economia politica internazionale e geopolitica



Caro professor Parenti, negli ultimi dieci anni più di 150 paesi e 30 organizzazioni hanno firmato un documento di cooperazione con la Cina sulla costruzione dell'iniziativa Belt and Road, e oggi la Belt and Road è già la più popolare realtà di cooperazione internazionale e la più grande piattaforma di cooperazione nel mondo, quindi Lei, come esperto di relazioni internazionali, come la valuta?

La mia valutazione è assolutamente positiva, i numeri parlano da soli. Al momento non c’è nessuna altra proposta che si possa paragonare a quella cinese. Il successo della BRI, dopo dieci anni dal lancio, è ciò che più disturba alcuni comparti delle élite occidentali ed è il motivo per cui l’occidente prova ad emulare la Cina, con la Global Gateway europea, la BBBW statunitense e da ultimo la proposta di corridoio IMEC durante il G20 di Deli. Quest’ultima in realtà sarà inserita nel quadro della prima.

Il problema di queste iniziative è che sono concepite in contrapposizione alla Cina e non secondo una logica di complementarietà: si tratta a mio avviso di una filosofia perdente.

Secondo lei, che ruolo gioca l'iniziativa nello sviluppo economico dei Paesi membri? E che ruolo ha nelle relazioni internazionali?

E' evidente che con un trilione di investimenti già operativi, in economia reale, finalizzati ad aumentare l’interconnessione regionale e continentale, la BRI svolge un ruolo essenziale per ridurre i gap di sviluppo tra i paesi e di conseguenza ambire a limitare e risolvere nel tempo i problemi legati all’immigrazione, alla fame ed al sottosviluppo. Il ruolo della BRI è quindi fondamentale per democratizzare le relazioni internazionali, perseguire gli SDG ed affrontare tutte le maggiori sfide inerenti alla governance globale. Si tratta dunque di una iniziativa che va sostenuta per il benessere dei popoli e la pacificazione dei rapporti tra stati.

L’iniziativa incentiva lo sviluppo economico e il commercio tra la Cina e l’Europa?

Lo ha fatto e continuerà a farlo, i volumi di interscambio sono cresciuti molto negli ultimi 10 anni, anche se esistono tutta una serie di ostacoli imposti dalla logica dei blocchi, di cui siamo prigionieri.

Come si aspetta il futuro della costruzione della Belt and Road?

Mi aspetto che sempre più persone comuni prenderanno coscienza del suo ruolo e dell’essenza economico-politica del progetto. Ciò accrescerà ulteriormente il consenso intorno alla BRI e ad altre iniziative correlate che potranno svilupparsi. È un progetto di avanguardia che propone al mondo di tornare all’economia reale, sviluppare più integrazione, ecc. A differenza della globalizzazione neoliberale, la filosofia della BRI, e la sua realtà, la renderanno vincente rispetto al modello predatorio della globalizzazione neoliberale, che è destinato al fallimento.


L'espansione del gruppo BRICS e lo sviluppo di questa crescente realtà geopolitica e geoeconomica internazionale influenzeranno, e in che modo, lo sviluppo dell'Iniziativa del Presidente Xi?

Senz’altro. Il rafforzamento di piattaforme intergovernative relativamente nuove, con un agenda politica sempre più condivisa, non potrà che rafforzare i BRICS allargati. Progettualità economica ed architettura istituzionale, favorevole ai processi cooperativi tra paesi, sosterranno ulteriormente la BRI, perché i principi dei BRICS sono quelli della BRI: mutuo vantaggio, relazioni tra pari, inclusione e non imposizione di un unico modello. Insomma, finalmente delle risposte concrete e credibili alle richieste che la maggioranza della popolazione mondiale solleva da molto tempo.

* Fabio Massimo Parenti, Ph.D. in Geopolitica, geostrategia e geoeconomia, è attualmente Foreign Associate Professor of International Studies alla China Foreign Affairs University di Pechino, dove insegna Economia politica internazionale, Relazioni internazionali e Geopolitica. In Italia è docente internazionale all’Italian International Institute Lorenzo de’ Medici di Firenze, dove ha insegnato Global Financial Markets, China’s Development and Global Shift, Globalization and Social Change e War and Media.

Ha insegnato anche nelle università di Città del Messico, Monterrey e Manchester. ? membro di EURISPES-Laboratorio BRICS; ricercatore al Central China Economic Region Research Institute (CCERRI) di Zhengzhou, provincia dello Henan, e consigliere scientifico all’Istituto Diplomatico Internazionale (IDI) di Roma.

? membro dell’Editorial Advisory Board di due riviste scientifiche internazionali (Area Development and Policy, ADP, e The Journal of Economic Science: Theory and Practice, JESTP). Collabora inoltre con media nazionali e internazionali. Tra i suoi libri principali, “La via cinese. Sfida per un futuro condiviso”, 2021; “Geofinance and Geopolitics” 2018; “Geofinanza e geopolitica” 2016; “Mutamento del sistema-mondo: per una geografia dell’ascesa cinese”, 2009; “Gli spazi della globalizzazione”, 2004. Ha inoltre pubblicato numerosi articoli su riviste scientifiche nazionali (es. Rivista Geografica Italiana e Bollettino della Società Geografica Italiana) e internazionali (es. Area Development and Policy, Human Geography e GeoJournal), contributi in volumi collettanei, voci per l’Universale Treccani e centinaia articoli divulgativi su varie testate giornalistiche. Editoriali e interviste sono apparse su TV, radio, giornali e siti web italiani, stranieri ed internazionali.

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La Via Cinese. Sfida per un Futuro Condiviso https://www.meltemieditore.it/

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Fonte:

http://esperanto.china.org.cn/2023-10/09/content_116733357.htm

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