Venezuela: Jp Morgan approva le misure economiche adottate dal governo per affrontare la crisi



di Fabrizio Verde

Il Venezuela sta vivendo un periodo di forte crisi, le cui cause vanno anche ricercate nella drastica caduta del prezzo della principale voce del bilancio statale, ossia il petrolio, e nella spietata guerra economica condotta da agenti interni ed esterni che hanno tutto l'interesse a destabilizzare il paese attraverso questa forma di guerra non convenzionale. Le campagne mediatiche fanno poi il resto, completano il lavoro.

Il governo bolivariano, tra mille difficoltà, ha deciso di non attuare tagli indiscriminati sul versante sociale, come avviene nella democratica e libera Europa, ma di mantenere inalterati i livelli di investimento nel settore. Le Missioni Sociali non vanno assolutamente toccate o smantellate, questa è la parola d'ordine, come confermato a TeleSur dal vicepresidente esecutivo Isturiz.

Altro passaggio importante per uscire dalla crisi, è abbandonare il modello basato sulla rendita petrolifera e adottarne uno produttivo, stimolando la crescita dell'industria nazionale.

La politica intrapresa dal governo bolivariano trova un inaspettato estimatore: il colosso finanziario statunitense Jp Morgan. Secondo quanto affermato dal dirigente del Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV), Freddy Bernal, in un'intervista al programma 'Al Descubierto' trasmesso dall'emittente Venevisión, in occasione di un vertice economico tenutosi a Cartagena in Colombia con la presenza di entità finanziare venezuelane e statunitensi, un rappresentate della società Jp Morgan ha rilevato che le misure economiche annunciate dal presidente Nicolás Maduro vanno nella direzione giusta per rimettere il paese in carreggiata.

Bernal ha poi sottolineato come questa circostanza «non sarà diffusa nel mondo». Una cattiva pratica dell'informazione mainstream che ormai non fa quasi più notizia. A livello globale vengono diffuse solo le campagne mediatiche, spesso montate ad arte, volte a screditare i paesi progressisti e socialisti latinoamericani.

Intanto il governo bolivariano continua a lavorare sul fronte della crisi energetica dovuta principalmente ai fenomeni prodotti dai cambiamenti climatici come El Niño, che ha causato un drastico abbassamento del livello dell'acqua nella centrale idroelettrica che produce il 70% dell'energia del paese. Il presidente ha decretato che l'amministrazione pubblica lavorerà solo il lunedì e il martedì, per risparmiare energia, ma i servizi essenziali saranno garantiti.

Il governo venezuelano ha anche inviato una richiesta d'aiuto all'Onu. «Chiederemo assistenza internazionale nel campo dei cambiamenti climatici alle Nazioni Unite. Questa è un'emergenza molto grave – ha spiegato il presidente Maduro – per il Venezuela e l'intera regione. Siamo già in contatto con gli organismi scientifici dell'Onu perché nei prossimi mesi dobbiamo fare degli interventi speciali di recupero. Questa situazione va affrontata, superata e stabilizzata».

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