Nicaragua: a Managua si celebrano 37 anni di Rivoluzione Sandinista



Si sono tenute ieri a Managua le celebrazioni in occasione del 37°anniversari della Rivoluzione Sandinista in Nicaragua. Il Presidente Daniel Ortega ha affermato che il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) è nato dal popolo e la Rivoluzione continua a essere viva perché ha prodotto dei cambiamenti radicali nella nazione dal rovesciamento della dittatura di Somoza, avvenuto il 19 luglio del 1979.

In quella data il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale sconfisse la dittatura di Anastasio Somoza, ultimo esponente della famiglia a occupare il potere, e da quel momento intraprese una serie di cambiamenti epocali nel paese, tra cui una massiccia campagna di alfabetizzazione e la riforma agraria.

Tuttavia, il FSLN fu sconfitto alle elezioni del 1990 da una coalizione che raggruppava tutte le forze di opposizione. Però, diciassette anni dopo, sempre attraverso il voto ritornò al potere per dar vita a una seconda tappa di cambiamenti sostanziali nel paese che adesso si mostra come uno dei più stabili e sicuri della regione, e con un’economia tra le più importanti del Centroamerica.

Daniel Ortega, Presidente della Repubblica e storico leader del FSLN, ha ricordato che «un popolo senza conoscenza, senza cultura, è un popolo che si piega facilmente».

Alle celebrazioni hanno preso parte vari invitati internazionali come il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolas Maduro, il suo omologo di El Salvador, l’ex guerrigliero Salvador Sanchez Ceren, il vicepresidente della Repubblica di Cuba Miguel Diaz-Canel.

Rivolgendosi al Comandante Daniel Ortega, il Presidente venezuelano Maduro, ha dichiarato: «Abbiamo sempre avuto un faro di perseveranza e morale ideologica nel Comandante Ortega». Poi ha ricordato come «37 anni fa la nostra generazione ancora giovane, molto giovane, ha visto in un giorno come questo di oggi con la vittoria della gioventù sandinista, la vittoria dell’intera America in rivolta». Infine ha evidenziato che «i rivoluzionari sono uniti da una sola bandiera: quella dell’indipendenza e dell’anti-imperialismo».

«Commemoriamo oggi un atto eroico, un esempio di dignità, che ha aperto una nuova era di giustizia e libertà», queste le parole riservate da Salvador Sanchez Ceren alla Rivoluzione Sandinista.

Il vicepresidente di Cuba, Miguel Diaz-Canel, ha ricordato che «oggi il Nicaragua non solo è libero e sovrano, pacifico e democratico, ma anche profondamente anti-imperialista, solidale con le giuste cause di tutti i popoli e attivo promotore dell’unità e dell’integrazione latinoamericana e caraibica». Senza dimenticare che attualmente «viviamo tempi difficili nella nostra regione e nel mondo. L’imperialismo e l’oligarchia hanno lanciato una nuova offensiva contro i governi di sinistra in America Latina con l’obiettivo di distruggere i processi rivoluzionari e progressisti, recupera la propria egemonia, restaurare il neoliberismo e cancellare le conquiste politiche, economiche e sociali ottenute dai nostri popoli negli ultimi 15 anni».

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