'Gasolinazo' in Messico ed esplosione dell'inflazione in Argentina non fanno notizia: esempio da manuale di post-verita'



di Fabrizio Verde

Spira forte il vento della rivolta in Messico dove il governo ha decretato un drastico aumento del prezzo della benzina. Lo stesso accade in Argentina dove il regime neoliberista di Mauricio Macri sembra aver perso il controllo dell’economia: l’inflazione è fuori controllo, mentre continuano ad aumentare i prezzi delle tariffe di acqua, luce e gas.

Cinque morti e centinaia di arresti, questo il tragico bilancio derivante da una settimana che ha segnato un Messico scosso da un’ondata di forti proteste e saccheggi. Tutto ha avuto inizio quando il presidente, Enrique Peña Nieto, ha decretato un aumento del 20% del prezzo dei carburanti, chiedendo al contempo comprensione per una misura dolorosa ma necessaria per la stabilità economica del paese.

Come denunciato dall’analista e professore presso l’Universidad Nacional Autonoma de Mexico, John Ackermann: «Il vero colpevole della crisi è il neoliberismo. Le riforme contenute nel patto per il Messico hanno distrutto l’economia nazionale. I partiti del patto per il Messico ed Enrique Peña Nieto cercano di aggravare la situazione, finendo per affondare l’economia». L’aumento del prezzo della benzina costituisce solo l’ultimo salasso per il popolo messicano martoriato dalle folli politiche neoliberiste. «Hanno tagliato i fondi all’educazione del 10%, alla salute dell’8%, la scienza e la tecnologia del 20%», continua con questa amara constatazione la denuncia di Ackermann.

Ci hanno raccontato per anni che l’economia argentina era ‘fuori controllo’ a casa delle politiche adottate dal governo kirchnerista, che un ritorno a politiche economiche razionali (leggi neoliberismo) avrebbe consentito all’Argentina di tornare a navigare in acque tranquille. Nulla di più falso. L’economia argentina godeva di ottima salute.

L’avvento al potere di Mauricio Macri ha riportato l’Argentina nell’alveo del neoliberismo. Il paese sudamericano che faticosamente si era rialzato dopo il default, è tornato a percorrere quella strada che lo aveva portato dritto al fallimento. In un anno di governo Macri in Argentina ci sono stati 200.000 licenziamenti, il peso si è svalutato del 40%, le tariffe di acqua, trasporti, gas ed elettricità hanno subito aumenti che vanno dal 200% al 2000%. Senza dimenticare la povertà che è schizzata alle stelle. Capitolo a parte merita l’inflazione fuori controllo: l’ex presidente Cristina Fernandez ha denunciato che in Argentina l’aumento è stato 5 volte maggiore a quello di Uruguay e Brasile, 10 volte superiore rispetto a Bolivia e Paraguay, 15 volte maggiore al tasso d’inflazione cileno. Sottolineando come i neoliberisti all’epoca all’opposizione accusassero il governo di causare inflazione con le sue politiche.


Singolare è il comportamento dei nostri media che semplicemente ignorano queste notizie. Evidentemente non sono ritenute degne di nota perché i fatti descritti accadono in paesi ‘amici’ dove al governo vi sono neoliberisti incalliti che implementano le stesse politiche che hanno affamato e affamano tutt'oggi i popoli europei. Basta notare la differenza di trattamento con il Venezuela: fiumi di inchiostro sono stati utilizzati per spiegare che l’iperinflazione è causata dalle politiche del governo socialista (sul tema inflazione in Venezuela si può leggere questo ottimo articolo); così come accadde quando il presidente Maduro decise di aumentare il prezzo della benzina che sino a quel momento era venduta praticamente al di sotto del prezzo di costo. Una misura che non è stata accompagnata dai drastici tagli alla spesa sociale attuati dai governi neoliberisti di Messico e Argentina. In Venezuela nonostante la crisi derivante dalla caduta dei prezzi del petrolio e una durissima guerra economica, la Rivoluzione Bolivariana ha mantenuto a pieno regime le Missioni Sociali.

Quello appena descritto è un classico esempio di post-verità. Un tema tanto caro ai media mainstream, maestri in questo campo.

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