L'irrefrenabile e insana passione di Pierferdinando Casini per il golpismo venezuelano



di Fabrizio Verde

Sempre dalla stessa parte. Quella del golpismo in Venezuela. Il ‘moderato’ Pierferdinando Casini mostra ancora una volta la sua irrefrenabile e insana passione per certi personaggi politici che in Venezuela hanno subito condanne perché coinvolti in trame golpiste che tanti danni hanno arrecato al paese sudamericano. Morti innocenti compresi.

Questa volta il nostro ha voluto dedicare un affettuoso tweet ad Antonio Ledezma dipingendolo come un perseguitato politico. Scrive Casini: «Antonio #Ledezma ha lottato sempre per il #Venezuela e la libertà del suo popolo. Oggi è costretto alla fuga dopo anni di ingiusta detenzione. Gli rinnovo la mia amicizia e quella di tanti italiani che vedono in lui un grande esempio di libertà».

Quanto scritto da Casini non corrisponde al vero. Tecnicamente si tratta di una fake news. Una di quelle notizie fasulle di cui sarebbe inondato il web a causa di operazioni condotte dalla Russia.

Andiamo dunque a ripercorrere brevemente la parabola politica di Ledezma, che attualmente si trova in Spagna ed è latitante.

Chi è Antonio Ledezma?

José Antonio Ledezma Diaz è nato a San Juan de los Morros, nello Stato di Guárico, il 1° gennaio 1955. Avvocato di professione, La sua carriera politica è iniziata nel partito Acción Democrática (AD), organizzazione partecipante al cosiddetto Patto di Punto Fijo, accordo bipartitico che ha governato il Venezuela nel quarantennio 1958-1998.

La Procura Generale del Venezuela ordinò il suo arresto per la partecipazione a un tentativo di golpe contro il presidente Maduro. L’allora presidente dell’Assemblea Nazionale, Diosdado Cabello, rivelò che Ledezma e Julio Borges (attuale presidente dell’Assemblea Nazionale controllata dall’opposizione), misero a punto un piano volto a generare caos nel paese. Piano che includeva il bombardamento di alcuni palazzi governativi e la sede dell’emittente teleSUR.

Nel 1992, da Governatore del Distretto Federale di Caracas, nominato dall’allora presidente Carlos Andres Perez, Ledezma caratterizzò la sua gestione per la repressione brutale delle proteste sociali, in particolare contro studenti e giornalisti.

In seguito è stato accusato per le irregolarità compiute in qualità di sindaco del Municipio Libertador (1996-2000). Anche queste gestione si caratterizzò per una forte repressione condotta contro i venditori ambulanti, e i pensionati che reclamavano un’adeguata pensione di vecchiaia.

Nel 2000 viene sconfitto nella contesa elettorale da Freddy Bernal (candidato della Rivoluzione) per la riconferma alla carica di sindaco. Non riconosce i risultati.

Arriviamo quindi al 2002 quando Ledezma sostiene il colpo di Stato ordito contro il presidente Chavez e partecipa attivamente alla serrata del settore petrolifero diretta ad affamare il popolo per giungere al rovesciamento del Comandante Chavez.

Ancora golpismo nel 2004, quando lo troviamo a coordinare il cosiddetto ‘Plan Guarimba’. Viene accusato di aver incitato i militanti del suo partito Alianza al Bravo Pueblo ad appiccare le fiamme alla sede del partito Movimento V Republica a Caracas.

Di nuovo sindaco, questa volta dell’area metropolitana di Caracas, appena eletto licenzia 2.252 lavoratori e congela il salario dei pensionati.

Fino a giungere al 2014 quando partecipa attivamente al piano golpista ‘La Salida’, dove persero la vita 43 venezuelani innocenti e si produssero oltre 100 feriti. Viene segnalato tra i promotori del progettato assassinio di Leopoldo Lopez al fine di provocare una forte reazione per rovesciare il governo.

Casini e il golpismo venezuelano

A questo punto una domanda sorge spontanea: cosa spinge il ‘moderato’ Casini a sostenere pervicacemente finanche contro la realtà dei fatti che li inchioda alle proprie responsabilità, gli esponenti del golpismo venezuelano?

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