Messaggio ai giovani. "Fidel e il Che cosa ci hanno insegnato? Che se molli hai perso. Te la devi giocare. Devi lottare"

Alla presenza di rappresentanti dell'Ambasciata di Cuba a Roma, di Noi Restiamo e della Villetta, bella, emozionante e partecipatissima conferenza alla Casa della Pace giovedì sera per la presentazione del libro del Prof. Vasapollo "Vamonos. Nada Mas"





L'occasione è stato anche il modo per ricordare la figura internazionale di Fidel Castro ad un anno dalla sua morte. "Un faro per l'umanità".

Nel suo discorso Vasapollo ricorda un punto che deve essere ben chiaro per non perdere che questi giganti si dissolvano nel mito della maglietta. Quello che il sistema capitalistico sta cercando con successo di fare. “Incredibile vedere la figura del Che sulle bottigliette della Coca Cola come mi è capitato”.


Il libro racconta nel dettaglio le vicende che legano questi due giganti e il loro risvolto umano nelle fasi più importanti della rivoluzione cubana contro il dittatore filo Usa Batista. “Fidel arruola nella Granma il Che come medico. Quando nel 1959 però l’insurrezione va male e c’era da resistere dalla montagna, il Che era medico ma anche guerrigliero. Quando c’era da sparare sparava. Il messaggio che vorrei dare ai giovani è che non ci sono eroi, non ci sono superuomini. Non esistono comunisti eroi, esistono persone che sanno interpretare il divenire storico e applicano i principi rivoluzionari per trasformare la società sulla base di uguaglianza, redistribuzione, autodeterminazione dei popoli e solidarietà interna ed internazionale. E lo fanno con una penna, con un libro, con la dialettica, con il lavoro quotidiano, con un bisturi e se serve con un’arma. Nessuno più di Fidel ha espresso questo concetto in un discorso meraviglioso del primo maggio 2000 quando ha detto che la “rivoluzione è il senso del momento storico”. Fidel e Che sono stati questo. Basta con il mito della maglietta, basta con l’eroe trasformato in Donchisciotte.”



Tra i vari aneddoti ricordati dal Prof. Vasapollo sui due giganti della storia una merita in particolare di essere raccontata per esteso. “L’aneddoto più bello è quello che ho scoperto e riguarda l’incarico assunto da Presidente della Banca centrale cubana nella prima fase post-rivoluzione. ‘ Chi è economista?’, chiese Fidel in una delle riunioni ristrette subito dopo la vittoria. ‘Io’, disse il Che che non si tira mai indietro. ‘Bene da domani guidi l’economia del paese’. E la risposta di Che fu: ‘Io? No. Avevo capito chi è comunista?’. Ma da quel giorno comprendiamo l’uomo Che Guevara. Studia di giorno e di notte. Si addormenta sul tavolo. E allora studia in piedi. Questo è l’uomo, questo è il rivoluzionario. Certo, il divenire storico lo ha costretto anche a sparare.”

In platea tanti studenti. E per questo la maggior parte del discorso del Prof. Vasapollo è rivolto ai giovani. Il messaggio è per loro. Prendendo a riferimento uno scritto del Che, degli anni'60 su Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale. (da vedere nella sua integralità per l'incredibile attualità):


Prima Parte:


Seconda parte:

E Prendendo a riferimento forse il più bel discorso di Fidel, rivolto agli studenti dell'Avana (anche questo da vedere nella sua interezza):



Il messaggio ai giovani del Prof. Vasapollo è di osare, rischiare, non lasciare che questo sistema di ingiustizia, prevaricazione, sfruttamento e colonialismo porti via il futuro. E lo faccia senza che ci sia una lotta. Perché come diceva proprio il Che. “Se lotti puoi vincere o puoi perdere. Ma se non lotti hai già perso”.


E' il momento di riprendere in mano la lotta per riprendere in mano il nostro futuro, seguendo le orme di due giganti della storia e del progresso dell'umanità. “Ai giovani, lo ripeto ma è importante, dico: smettete di comprare le magliette, comprate i libri del CHE. Comprendete il suo sogno, quello che lo ha spinto a seguire quella che chiamano Utopia ma che poi da sogno è divenuto realtà. Perché sull’utopia dobbiamo intenderci. “L'utopia è là nell'orizzonte”. Diceva Galeano. Intanto oggi a cinquant’anni dalla sua morte Cuba è ancora lì a resistere e mantenere alta la bandiera di quei principi per cui il Che e Fidel hanno dato la vita. La stessa bandiera poi issata da Hugo Chavez in Venezuela e che il presidente Maduro con la sua resistenza si rifiuta di ammainare, rilanciando il progetto socialista bolivariano.”

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