Evo Morales 'profondamente preoccupato' dal razzismo degli Stati Uniti

Il presidente boliviano Evo Morales ha invitato il suo omologo statunitense Donald Trump a invertire la politica di Washington sullo "sfruttamento razzista" dei migranti. Evidenziando, inoltre, la classica doppia morale che caratterizza l’agire di leader come Trump, che amano descriversi come ‘democratici’.

Attraverso un tweet - i cinguettii del leader socialista indigeno non sono mai banali - Morales ha espresso la sua preoccupazione per il razzismo profondamente radicato che esiste negli Stati Uniti.

"Trump ha dichiarato gennaio come mese nazionale per la Prevenzione della Schiavitù e della Tratta di Persone. Se è sincero, dovrebbe invertire la sua politica razzista di massiccia persecuzione e deportazione contro i migranti e porre fine al lavoro e allo sfruttamento sessuale degli immigrati negli Stati Uniti" ha scritto il presidente boliviano .

"Oggi vediamo con profonda preoccupazione come si sta diffondendo il razzismo negli Stati Uniti".

Il leader socialista indigeno ha parlato a lungo contro i maltrattamenti di immigrati e rifugiati.

A luglio, Morales ha criticato le sempre più dure politiche di immigrazione dei paesi del G20, chiedendo la fine della criminalizzazione dei migranti e dei rifugiati.

Il mondo non vuole "muri contro i migranti, né armi nucleari contro la vita e l'umanità", scrisse Morales all'epoca.

In quello stesso mese, inoltre, il leader boliviano convocò la Conferenza dei Popoli del Mondo per un “mondo senza muri” a Cochabamba, chiedendo la fine della discriminazione anti-immigrati e dell’odio in tutto il mondo.

Evo Morales si attivò anche per il ripristino di un fondo regionale destinato a fornire assistenza legale e sostegno finanziario agli immigrati che vivono negli Stati Uniti e costretti a subire una sempre maggiore repressione. Il fondo è stato lanciato dall’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nuestra America, conosciuta anche come ALBA-TCP.

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