Mobilitazione dei lavoratori brasiliani contro le misure del golpista Temer

La Confederazione Unica dei Lavoratori (CUT) del Brasile, insieme ai movimenti sociali e ad altre sigle sindacali, ha avviato una mobilitazione in difesa delle pensioni, contro la riforma e l'intervento militare decretato dal presidente de facto del Brasile, Michel Temer.

I lavoratori brasiliani hanno annunciato di essere in disaccordo con l'intervento militare realizzato da Temer, che impedisce il voto sulla riforma delle pensioni.

«Una riforma quasi abrogata» che tuttavia «questo Congresso Nazionale corrotto, insieme al governo golpista, sta riproponendo» ha denunciato il coordinatore nazionale del Movimiento de los Trabajadores Sin Tierra (MTS), Joao Pauolo Rogrígues.

Il portavoce sindacale ha affermato che il governo Temer cerca di togliere altri diritti ai lavoratori dopo la riforma del lavoro approvata.

Il governo subentrato a quello Rousseff dopo un colpo di mano parlamentare ha inoltre intenzione di approvare un decreto per la militarizzazione del paese, ufficialmente per frenare la violenza che invade alcune città come Rio de Janeiro. In realtà, sindacati e movimenti sociali, denunciano che si tratta di una mossa per reprimere le proteste popolari scatenate dalle riforme di stampo neoliberista adottate dal governo golpista di Michel Temer.

Tra le misure più contestate troviamo il blocco della spesa pubblica e i tagli alle pensioni dedicate alle persone disabili.

Risulta assordante il silenzio calato sulla situazione brasiliana da parte di quei media che sono sempre pronti a denunciare le presunte ‘malefatte’ dei governi progressisti della regione. Temer, così come Macri in Argentina, sembrano godere di una sorta di status speciale. Evidentemente l’adesione ai dogmi neoliberisti comporta la totale immunità da ogni critica.


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