Lula: «La vera ripresa dell'economia avverrà quando le persone torneranno ad avere un buon posto di lavoro con contratto regolare e tutelato»



di Clara Statello

A pochi mesi dalle elezioni, in occasione del festival "Lula Livre", che ha visto riuniti più di 40 artisti per chiedere libertà per Lula, la voce del presidente torna a scuotere il Brasile con questo articolo, pubblicato domenica 29 luglio su tre quotidiani brasiliani. Lula definisce, con parole semplici e inequivocabili, la ricetta della sua politica economica: non può esserci crescita economica senza la riduzione della povertà. I soldi nelle mani dei ricchi rimangono fermi in banca, i soldi nelle mani dei poveri muovono l'economia e la fanno crescere. Aumentare il benessere dei lavoratori vuol dire aumentare il benessere del Paese.

Le politiche neoliberiste del governo Temer, con i tagli agli investimenti e alle politiche sociali, hanno bloccato la crescita e peggiorato il tenore di vita dei brasiliani. Peggiorare le condizioni della classe lavoratrice vuol dire gettare il paese nella miseria. Sono precisamente queste politiche deflattive ad aver trascinato il Brasile in una crisi economica. Solo un governo socialista, che implementa un piano di crescita economica come crescita del benessere della classe lavoratrice, può portare il Brasile fuori dalla crisi.



Articolo di Lula

Tutte le persone che hanno preso il diploma alla scuola della vita, come me, sanno che lavorare, poter mantenere la propria famiglia, è qualcosa di assolutamente sacro e ci riempie di orgoglio. Per poter avere un lavoro e far sì che ciò avvenga, è necessario che l'economia cresca e che il risultato di tale crescita venga distribuito in maniera equa.

Perché l'economia cresca, l'imprenditore deve investire. Perché l'imprenditore investa, è necessario che il governo offra infrastrutture, un ambiente stabile e politiche che favoriscano il credito tanto per l'investimento, quanto per il consumo.

L'investimento genererà occupazione nell'industria, che pagherà un salario che genererà un consumatore, che permetterà al commerciante di vendere e generare un altro lavoratore, nel negozio, che a sua volta consumerà. Come una gigantesca ruota.

Quanto più lavoro e inclusione sociale, più salario, più consumo, più gettito che permette più investimento, con più occupazione. E' ovvio: il denaro nelle mani del ricco finisce fermo in un conto corrente bancario. Quello nelle mani del povero finisce nel mercato e muove l'economia.

Per questo è fondamentale che il Paese recuperi la sua capacità di investire per avere un nuovo ciclo di crescita. Il Brasile è stato uno dei paesi più promettenti e ottimisti del mondo, quando ha seguito questa strada che unisce la lotta alla povertà alla crescita economica. Oggi il Paese vive un ciclo differente. L'attuale governo riduce gli investimenti, generando povertà, disoccupazione e aumento dei costi dell'energia. Si dice che l'inflazione sia bassa, ma i poveri soffrono per l'aumento del costo del gas per cucinare, mentre la classe media soffre per l'aumento dei costi della benzina e dei piani di salute. Ed è chiaro che il rapporto debito/PIL peggiora, perché il PIL non cresce.

La riforma del lavoro porta ad una occupazione di peggior qualità, riduce la sicurezza dei lavoratori e ne riduce i diritti. La riforma inoltre, rende difficile la qualificazione della mano d'opera, in un momento in cui la tecnologià è sempre più presente in ogni settore della società.

Le prossime elezioni sono fondamentali per definire il cammino del Paese. Abbiamo bisogno di riavviare gli investimenti nel futuro del Brasile, e questo futuro sono i brasiliani che hanno bisogno di tornare ad avere lavoro, opportunità, sogni. Nel mio governo la gente comprava a rate la casa o l'auto, oggi con Temer e il PSDB, fa le rate per comprare una tanica di benzina o la bombola del gas.

La vera ripresa dell'economia avverrà quando le persone torneranno ad avere un buon posto di lavoro con contratto regolare e tutelato, ad avere la possibilità di studiare e comprare una casetta. Affinché ciò possa accadere, abbiamo bisogno di governanti che credono nel nostro popolo....Io ho la certezza che è possibile vincere la crisi, perché io ho già una volta risolto la grave crisi che attraversava il Brasile e ho la certezza che posso farlo di nuovo.

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