Roraima: il governo del Brasile costretto ad ammettere che il blocco economico impedisce il pagamento di 40 milioni di dollari al Venezuela

Il Venezuela è sottoposto a un vero e proprio assedio economico e finanziario. Aspetto costantemente occultato nelle tanto numerose quanto fallaci analisi che pretendono di sovvertire la realtà: ossia indicare come effetto di politiche sbagliate implementate dal governo bolivariano, quei problemi all’economia arrecati principalmente dagli effetti di questo embargo.

Qualcuno potrebbe avanzare dubbi e affermare che si tratta di giustificazioni avanzate per coprire il fallimento di politiche fallimentari, di segno socialista, ça va sans dire. Ma vi sono alcune circostanze incontrovertibili che mostrano come le sanzioni e il blocco finanziario imposto dagli Stati Uniti siano dannosi per l’economia di Caracas.

Dal 2001, grazie a un accordo con il governo allora guidato da Hugo Chavez, lo Stato brasiliano del Roraima importa energia elettrica dal Venezuela, proveniente dalla centrale idroelettrica Guri, attraverso una linea di trasmissione.

Il governo venezuelano vanta nei confronti del Roraima un credito di oltre 40 milioni di dollari. Un debito che il Brasile non riesce a saldare. Il governo brasiliano si è visto costretto infatti a riconoscere che non riesce a cancellare il debito a causa delle sanzioni che gli Stati Uniti e l’Unione Europea mantengono contro il Venezuela.

Il ministro degli Esteri brasiliano Aloysio Nunes ha dichiarato che il Brasile è in cerca di canali per cancellare il debito contratto e impedire a Corpoelec (compagnia elettrica nazionale del Venezuela) di interrompere la fornitura di energia elettrica. Ha affermato che il Brasile vuole cancellare il debito ma non ha trovato «un modo finanziario» per provvedere all’estinzione di questo senza violare «le restrizioni e le sanzioni applicate dall'Europa e dagli Stati Uniti» contro il governo del presidente Nicolás Maduro.

L’omologo venezuelano, Jorge Arreaza, ha denunciato la vicenda attraverso il proprio account Twitter, evidenziano come si tratti dell’ennesima «irrefutabile dimostrazione dell’effetto perverso del blocco contro il Venezuela».

A colpire, anche in questa occasione, è il totale silenzio di quei media mainstream sempre pronti a fiondarsi sul Venezuela per propalare fake news a reti unificate.

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