di Fabrizio Verde
Dopo il declassamento da presidente ad interim a semplice deputato dell’opposizione, il golpista manovrato da Washington Juan Guaidò sembra scomparso dai radar. Anche i media cercano di parlarne poco, altrimenti dovrebbero occuparsi delle ruberie effettuate dai suoi uomini in Colombia dove sono spariti i fondi destinati a presunti aiuti umanitari e al sostentamento dei (pochi) militari golpisti che decisero di aderire al colpo di mano tentato da Guaidò.
Il recente riconoscimento da parte del nuovo governo greco è da subito apparso come un atto di semplice servilismo compiuto dal nuovo governo di Mitsokatis nei confronti di Washington. Nulla più. Ormai la pantomima del governo parallelo è naufragata. In Europa quando addirittura la Germania ha disconosciuto il golpista, con il governo bolivariano che ha deciso di normalizzare le relazioni diplomatiche con Berlino dopo che ne aveva espulso l’ambasciatore.
Un ulteriore conferma arriva dalla Spagna dove il ministro degli Esteri del governo socialista, nonché candidato alla carica di Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’UE ha dichiarato: «Rispetto al Venezuela, Maduro ha il controllo dell'amministrazione, dell'esercito e del territorio. Se vuoi avere elezioni, devi necessariamente negoziare con lui, come l'opposizione venezuelana ha capito».
Respecto de #Venezuela, lo que ocurre es que el Maduro tiene el control de la Administración, del ejército y del territorio. Si se quiere que haya elecciones, necesariamente hay que negociarlo con él, como ha entendido la oposición venezolana. #CAE #FAC pic.twitter.com/JAjeb9ip23
— Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF) 15 luglio 2019
Finanche l’opposizione golpista venezuelana sembra averlo capito, alle nostre latitudini chi lo ha compreso?
Forse finge di non comprenderlo chi rinchiuso nel proprio servilismo filo-atlantista è costretto a sostenere un golpista da operetta ormai abbandonato finanche dai suoi stessi compagni di viaggio.
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