Il movimento indigeno dell'Ecuador rende omaggio ai compagni morti durante le proteste

La Confederación de Nacionalidades Indígenas del Ecuador (CONAIE) ha organizzato un omaggio in memoria di due compagni deceduti e altri tre morti, caduti durante le proteste contro il ‘paquetazo’ di Lenin Moreno.

Presso la Casa della Cultura di Quito, dove si riunisce il movimento indigeno che anima le proteste contro il governo, è stato mantenuto un minuto di silenzio per i “compagni caduti”.

I compagni indigeni sono caduti nelle proteste del 9 di ottobre, denominato "mercoledì nero" dal movimento. I deceduti sono: Inocencio Tucumbi, capo del CONAIE nella provincia di Cotopaxi, negli altopiani centrali del paese; e José Rodrigo Chaluisa, leader della comunità Yanahurco a Pujilí.

Dopo aver verificato la morte dei suoi compagni, la CONAIE ha dichiarato il lutto e iniziato a preparare il funerale in memoria di Inocencio e José Rodrigo.

"Possa la loro forza e la loro convinzione nella lotta per la difesa dei diritti dei più poveri continuare a illuminare questo percorso di insurrezione popolare contro un governo oppressivo", ha affermato la CONAIE dopo il minuto di silenzio.

La Defensoría del Pueblo dell’Ecuador ha confermato che altre tre persone sono morte durante le proteste. Si tratta di due civili di cui si conosce solo l’identità: Marco Oto, caduto da un ponte nel centro storico della capitale ecuadoriana, nel mezzo della repressione della polizia lunedì scorso; e Raúl Chilpe, che è morto dopo essere stato investito da un veicolo nella provincia andina di Azuay mentre partecipava a una protesta pacifica.

Dopo la morte dei manifestanti, la CONAIE ha indicato il governo di Lenin Moreno come "debole e delegittimato” capace di offrire violenza e repressione come unica risposta alle richieste della popolazione in rivolta contro le misure imposte dal Fondo Monetario Internazionale.

"Senza alcun rispetto per le norme basiche dei diritti umani, ha trattato il popolo come un nemico", ha denunciato la CONAIE in una dichiarazione.

A colpire è la totale mancanza di copertura dei media mainstream. La dura protesta del popolo ecuadoriano è completamente occultata. Evidentemente il mondo non deve conoscere la brutale repressione attuata da chi ha svenduto la propria sovranità, come Lenin Moreno, e si è ridotto a mero esecutore di politiche antipopolari stabilite dalle vecchie élite finanziarie ed economiche.

Provate solo a immaginare se una tale situazione si fosse verificata in Venezuela. Quale sarebbe stata la risposta mediatica e politica? La risposta, purtroppo, già la conosciamo.

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