Cuba denuncia e smaschera la campagna di manipolazione intorno a José Daniel Ferrer (VIDEO)

Un servizio trasmesso dalla TV Cubana mostra la manipolazione mediatica e politica, le menzogne e lo show montato sulla vicenda di José Daniel Ferrer, un mercenario finanziato e addestrato dal governo degli Stati Uniti.

Arrestato per aver sequestrato e percosso brutalmente un altro cittadino cubano.

Ovviamente la stampa mainstream descrive Ferrer come un dissidente vittima della tirannia cubana. Andiamo quindi a vedere il suo profilo tracciato da Cubainformacion.

Ferrer è il leader di UNPACU, un gruppo finanziato dalla Cuban American National Foundation, un'entità creata a Miami nel 1981 da Ronald Reagan. Come egli stesso ha riconosciuto in un dibattito televisivo: "Chi vi finanzia?”, chiedeva il presentatore. "(Abbiamo) diverse fonti", rispondeva Ferrer. Una, un'organizzazione di qui (Miami), chiamata Cuban American National Foundation”. "La Fondazione nazionale cubano-americana - chiarisce il giornalista Edmundo García - riceve denaro dal governo degli Stati Uniti e quindi ve lo trasmette. Pertanto sono soldi dal governo degli Stati Uniti, qualcosa di totalmente illegittimo. Se ciò che ricevi lì, a Cuba, che il governo degli Stati Uniti ti manda, accadesse al contrario, se qualcuno ti invia denaro da qui, attraverso un'organizzazione, proveniente da qualsiasi governo, russo, cinese o cubano, andresti in prigione. E andresti in prigione per 30, 40 o 50 anni. Perché questo reato è definito mercenariato”.

Louise Tillotson, rappresentante di Amnesty International, fece una curiosa difesa di Ferrer, riconoscendo che il suo "attivismo" è "a sostegno delle misure adottate dal presidente Trump" contro Cuba. Misure - ricordiamo - che oggi stanno causando una carenza di prodotti e restrizioni elettriche e di trasporto sull'isola. Sostenere la guerra economica di una potenza straniera, in qualsiasi paese del mondo, è un crimine severamente punito.

Ma no José Daniel Ferrer non è stato arrestato per questo motivo. Bensì per il rapimento e le ferite causate da un pestaggio, il 20 settembre, al cittadino cubano Sergio García, che ha denunciato i fatti.

La stampa mainstream ripete le bugie dell'ambasciata nordamericana e dei gruppi "dissidenti" che sponsorizza e finanzia: che Ferrer è stato “desaparecido”, che è stato "torturato", che il "regime" ha introdotto un sicario con un'arma bianca per ucciderlo, che non gli vengono dati i farmaci... Tutto il dramma dell'orrore dei "sotterranei" del "Castrismo”.

Nel frattempo, a Miami, i seguaci "democratici" di Ferrer sostengono il colpo di Stato e la dittatura imposta in Bolivia e vaticinano - per l'ennesima volta - "un effetto domino" su Cuba.

Dal Parlamento europeo, la vicepresidente per l'America Latina, Dita Charanzová, rilancia vecchie minacce: l'accordo (cooperazione europea) con Cuba recentemente firmato deve essere - ha detto - uno "strumento di pressione" per il rilascio di un "uomo ammirevole".

Un "uomo ammirevole" la cui storia di violenza è completamente messa a tacere dalla stampa. Ferrer stesso ha legittimato una delle tante aggressioni commesse contro i cosiddetti "compagni di banda”: "Ho affrontato il diffamatore e calunniatore Roberto Ayala, e siccome non mi gusta e non voglio essere un politico tradizionale, l'ho buttato fuori di qui, ho affrontato il problema da solo e l'ho preso a pugni”.

In ogni caso, il suo crimine principale è un altro. In quale luogo del mondo sarebbe libero chi legittima e sostiene il blocco economico di una potenza, e lo fa con i soldi che riceve da questa? La risposta è chiara: in qualsiasi altro posto nel mondo, da anni il mercenario José Daniel Ferrer sarebbe già stato condannato... e in prigione.

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