Venezuela, l'ONG Provea finanziata dagli USA e il golpista Guaidó chiedono il rispetto dei «diritti umani» per i terroristi paramilitari catturati



di Fabrizio Verde

Negli ultimi due giorni il governo bolivariano ha sventato ben due tentativi di invasione del Venezuela dalle coste del paese utilizzando gruppi mercenari. Emergono sempre più prove che portano in Colombia e direttamente a Washington per quanto riguarda i mandanti.

Eppure qualcuno in Venezuela si è affrettato a chiedere al governo il rispetto dei «diritti umani» per i mercenari catturati.



Provea, un'organizzazione non governativa (ONG), che si definisce sul suo account Twitter come un "programma educativo-educativo venezuelano sui diritti umani", ha pubblicato il 4 maggio una serie di messaggi sullo stesso social network, in cui fa appello a «proteggere i diritti umani» dei mercenari recentemente detenuti in Venezuela dall'azione congiunta delle forze civili e militari dello Stato venezuelano, come informa RedRadioVe.

La stessa ONG Provea accusa il presidente Maduro di avere «la responsabilità principale di qualsiasi atto di violenza per motivi politici nel paese» chiedendo al contempo una maggiore pressione diplomatica e ulteriori sanzioni da aggiungere a quelle già molto dure che hanno colpito il popolo venezuelano.

L'organizzazione non condanna le azioni di violenza promosse da Stati Uniti e Colombia, dove i mercenari hanno ricevuto addestramento e armi da guerra, come risulta dalle indagini e dalle confessioni di Clíver Alcalá e Jordan Gourdeau. L’obiettivo degli assalti era quello di assassinare il presidente di la Repubblica Nicolás Maduro e altri leader della Rivoluzione Bolivariana per scatenare una sanguinosa guerra civile.

Evidentemente per questa ONG difendere i diritti umani si traduce nel portare avanti l’agenda destabilizzatrice e golpista promossa da Washington in Venezuela. Anche a costato di cancellare i diritti umani del popolo venezuelano.

Il motivo è presto detto. Dagli USA provengono i fondi che finanziano le attività di questa sedicente ONG.

Il coordinatore generale di Provea, Rafael Uzcátegui, ha negato che l’organizzazione riceva finanziamenti dagli Stati Uniti.

"Da Provea abbiamo stabilito una politica di non ricevere finanziamenti da agenzie che dipendono dal Dipartimento di Stato (USA) a causa dell'elevato costo politico che questo ha, non per ragioni morali", ha detto.



"I due operatori umanitari storici di Provea sono Misereor, che sono cristiani e la cui parte delle loro risorse proviene dal governo tedesco e dalla fondazione Open Society Institute che si trova negli Stati Uniti", ha detto Uzcátegui.

Proprio qui troviamo il collegamento diretto con gli Stati Uniti: la fondazione Open Society Institute è finanziata direttamente da USAID, che riceve finanziamenti diretti dal Dipartimento di Stato nordamericano. Questo spiega la presenza di Provea nei piani golpisti che sono stati sistematicamente attivati contro il Venezuela negli ultimi 20 anni dall'impero USA.

Per Provea è stata una costante difendere i mercenari, oltre a tacere di fronte alle violazioni dei diritti umani derivanti dal blocco criminale o dai casi di omicidio d'odio come il crimine razzista contro Orlando Figuera nelle guarimbas del 2017. Figuera fu barbaramente ucciso dai golpisti della destra venezuelana solo perché nero e chavista.

Sulla stessa lunghezza d’onda di Provea troviamo l’autoproclamato Juan Guaidó, che si definisce ancora senza alcun senso del pudore «presidente incaricato» del Venezuela. L’altro pèrodotto del golpismo venezuelano in quel di Washington afferma anch’egli preoccupazione per i diritti umani e le garanzie fondamentali dei gruppi mercenari coinvolti nell’operazione ‘Gideon’.

«Chiediamo il rispetto dei diritti umani e le garanzie fondamentali delle persone catturate nelle ultime ore (...) Attiveremo, attraverso il Commissario per i diritti umani del legittimo governo e le Commissioni dell'Assemblea Nazionale competenti in materia, i meccanismi di pressione internazionale per contribuire alla ricerca della giustizia in un Paese in cui manca, per evitare situazioni come la tortura e il trattamento crudele», ha affermato in una nota.

La posizione di Guaidó, vale la pena notare, è palesemente in contraddizione con la versione che ha comunicato domenica sera, quando ha descritto l'arresto dei mercenari a La Guaira come una strategia del governo nazionale per distogliere l'attenzione da altre irregolarità verificatesi nel paese.

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