Elezioni in Filippine, è la fine dell'era delle rivoluzioni colorate in Asia?

di Laura RU

Siamo finalmente giunti alla fine dell'era delle rivoluzioni colorate in Asia?

Nelle Filippine Leni Robredo, il candidato liberal su cui gli Stati Uniti avevano investito molte risorse e riposto le proprie speranze, ha perso le elezioni.

Leni Robredo, vedova di Jesse Robredo (esponente influente del Partito Liberale con un Master alla John F. Kennedy School of Government) si è avvalsa del tipico sistema di supporto delle rivoluzioni colorate, ha costruito una rete di organizzazioni di volontariato e ha portato centinaia di migliaia di persone in piazza.

Eppure la maggior parte dei filippini non ha votato per lei.

Il vincitore delle elezioni che si sono appena tenute nel paese, Ferdinand "Bongbong" Marcos, è figlio del presidente delle Filippine dal 1965 al 1986 e sostenitore di una politica più equilibrata e aperta nei confronti della Cina. È riuscito a scrollarsi di dosso le accuse di corruzione che vengono recitate come un mantra nel Paese perché i filippini hanno capito che se tutti i politici sono corrotti, alcuni possono fare di più per migliorare la vita dei comuni cittadini rispetto ai piazzisti di “democrazia e diritti umani” in stile americano.

Poiché il candidato preferito dall'élite liberale formatasi negli Stati Uniti non è stato eletto, la testata online filippina Rappler, megafono della giornalista Maria Ressa finanziata da "esportatori di democrazia" come Pierre Omidyar e George Soros, sta già incolpando la "disinformazione" e chiedendo una maggiore censura online per prevenire un risultato simile in altri paesi.

Con i social media già pesantemente censurati e influenzati dalla propaganda occidentale, ci si può solo chiedere quali ulteriori restrizioni abbiano in mente.

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