Lula accusa Bolsonaro di essere un "piccolo dittatore" e il "re delle fake news" nel primo dibattito in vista del ballottaggio

17 Ottobre 2022 18:17 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Il Brasile verso il ballottaggio che deciderà il prossimo presidente. I due sfidanti, Lula e Bolsonaro, ieri hanno avuto il primo ‘scontro’ televisivo. Un duello che è stato molto seguito, ospitato dal canale Bandeirantes.

L’agenzia Telam riferisce che il dibattito tra Bolsonaro e Lula è stato uno scambio di accuse, con momenti di alta tensione quando a un certo punto l'attuale presidente ha cercato di toccare la spalla del leader del Partito dei Lavoratori (PT).

Lula ha accusato Bolsonaro di essere "un piccolo dittatore", mentre il candidato di estrema destra lo ha accusato di essere "una vergogna nazionale" che cerca solo di tornare "sulla scena del delitto".

Bolsonaro ha cercato di collegare Lula al traffico di droga per aver fatto campagna elettorale nelle favelas di Rio de Janeiro, mentre il leader del PT ha controbattuto dicendo che il capo di Stato è legato alla criminalità organizzata dei paramilitari di estrema destra che hanno ucciso la consigliera Marielle Franco a Rio de Janeiro nel 2018. Franco era nota per le battaglie contro i paramilitari e la sua uccisione che rimane ancora irrisolta ebbe un grande impatto a livello internazionale.

Il leader del PT, vincitore del primo turno, ha detto a Bolsonaro che durante la sua amministrazione l'aumento dei salari reali è stato del 74% tra il 2003 e il 2010. "Vorrei che mi spiegasse perché non avete dato un aumento reale del salario minimo per quattro anni e perché la crescita media del vostro governo è del 2% mentre la mia è stata del 4%".

Lula ha poi affermato che il fascio-liberista Bolsonaro ha riso di coloro che sono stati uccisi dal Covid-19. "Sei andato alla veglia funebre della Regina d'Inghilterra e non hai consolato nessun genitore che ha perso i figli nella pandemia. È brutto che tu menta, sei il re delle fake news".

Il presidente ha accusato la corruzione dello scandalo Petrolao di Petrobras, consigliato dall'ex giudice Sérgio Moro, ora senatore nazionale, che è tornato a essere alleato di Bolsonaro dopo le dimissioni da ministro della Giustizia.

Una delle grandi novità della serata è stato il ritorno di Moro come consigliere del leader dell'ultradestra, da lui denunciato per aver ostacolato le indagini.

Lula è riuscito a conquistare la prima parte del dibattito insistendo sul ruolo di Bolsonaro nella pandemia, accusandolo di essere stato "negligente" nell'acquisto dei vaccini.

La corruzione è stata una delle battaglie del dibattito, con Bolsonaro che ha cercato di gettare ombre su Lula utilizzando questo tema. Il presidente a tal proposito ha rammentato l'arresto di Lula da parte di Moro, omettendo però di ricordare che l’ex presidente è stato completamente scagionato da tutte le scandalose accuse dal Supremo Tribunale Federale (STF, corte suprema).

L'ex presidente ha invece difeso la sua politica su Petrobras come necessaria per la sovranità energetica e ha criticato la vendita della rete di distribuzione BR al settore privato. "Questo governo importa benzina perché non vuole costruire raffinerie”, ha attaccato Lula.

Il dibattito li ha visti in piedi e uno di fronte all'altro con a disposizione blocchi da 15 minuti per i propri interventi.

Entrambi si sono accusati di essere dei bugiardi e Bolsonaro si è rifiutato di rispondere su quante università o scuole tecniche avesse costruito. "Eri orgoglioso di avere Lula come presidente, non hai mai fatto discorsi che mi criticassero quando eri un deputato", ha evidenziato Lula.

Bolsonaro ha cercato di ideologizzare la discussione collegando Lula ai presidenti del Venezuela, Nicolás Maduro, e del Nicaragua, Daniel Ortega.

"Guardate dov'è finita l'Argentina, il presidente (Alberto) Fernandez ha il 40% della popolazione sulla soglia della povertà e già si scava per sopravvivere. Vogliamo questo per il Brasile, con persone senza qualifiche intellettuali o morali? Vogliono tornare sulla scena del crimine? Questo popolo respira libertà. Hanno chiuso le chiese durante la pandemia e voi non avete detto nulla. In Venezuela non ci sono più animali domestici perché li mangiano", ha detto Bolsonaro quasi a voler confermare l’accusa di Lula riguardante il suo essere il “re delle fake news”.

Lula ha difeso le politiche ambientali e ha accusato Bolsonaro di tollerare e incoraggiare l'invasione delle terre indigene in Amazzonia da parte dell'agrobusiness: "Il ruralista che invade la terra è un bandito, non è un uomo d'affari”.

In caso di vittoria, l’ex presidente vuole “ricostruire il paese”, che ritiene devastato dalle politiche neoliberiste applicate da Bolsonaro.

Lula ha accusato Bolsonaro di voler ampliare il numero dei giudici della Corte suprema e di avere in mente di diventare un "piccolo dittatore".

L'ex presidente ha concluso dicendo che "nel Paese ci sono 33 milioni di persone che soffrono la fame e noi faremo in modo che la gente possa mangiare un sado con la birra perché Bolsonaro crede che solo lui possa farlo, ma noi daremo questo diritto a tutto il popolo".

Secondo l’ultimo sondaggio realizzato da Datafolha, pubblicato venerdì (16/10), Lula ha il 49% delle intenzioni di voto contro il 44% di Bolsonaro. Il secondo turno delle elezioni presidenziali si terrà il 30 ottobre.

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