Risoluzione del XV Forum Economico Eurasiatico di Verona a Baku


Il 27 e 28 ottobre a Baku è andato in scena il XV Forum Economico Eurasiatico di Verona. La sede si è resa necessaria per le note vicende internazionali, ma anche perché la capitale azera è uno dei motori imprescindibili del nuovo mondo, ormai totalmente indipendente dall'unilateralismo imperiale degli Stati Uniti. Per l'Azerbajian passano oggi i corridoi est-ovest della Nuova Via della Sete e quello Nord-Sud con cui la Russia arriverà direttamente all'India, bypassando le sanzioni occidentali e il Canale di Suez.

Dialogo, cooperazione e convivenza pacifica tra popoli sovrani. Queste le parole chiavi e le direttive fondamentali dei due giorni di lavori della kermesse organizzata dall'Associazione "Conoscere Eurasia". Come l'AntiDiplomatico pubblicheremo aggiornamenti e interviste di Sara Reginella nei prossimi giorni.

Nel frattempo, vi pubblichiamo la risoluzione finale dei lavori, che è nei fatti una base di partenza imprescindibile per tutti coloro che in Italia hanno a cuore lo sviluppo pacifico di un mondo finalmente e inevitabilmente multipolare. Un mondo, è bene sottolineare, a cui si rifiutano di partecipare solo i pochi vassalli - Italia compresa - rimasti agli Stati Uniti.

(Alessandro Bianchi)

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Risoluzione del XV Forum Economico Eurasiatico di Verona a Baku

I partecipanti alla XV edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona quest'anno si sono riuniti a Baku. Desideriamo esprimere la nostra sincera gratitudine alle autorità e ai colleghi azerbaigiani per la loro cordialità, ospitalità e assistenza nella preparazione e organizzazione dell’evento.

Lo svolgimento del XV Forum Economico Eurasiatico di Verona a Baku apre una nuova pagina nella sua storia. Nel corso di un decennio e mezzo, il Forum è diventato una piattaforma autorevole per il dialogo tra imprenditori, rappresentanti governativi ed esperti di vari Paesi.

Nel corso del tempo il Forum ha ampliato molto i suoi orizzonti. All'inizio, erano coinvolti solo alcune personalità provenienti da pochi Paesi. Ora la sua portata è cresciuta esponenzialmente. Tutti coloro che credono nella Grande Eurasia si sforzano di condividere esperienze, progetti, approcci, opportunità e richieste, indipendentemente dall'area di appartenenza nella nostra “macroregione”: dall'Europa e dal Grande Medio Oriente al Sud-Est Asiatico, dalla Transcaucasia e dall’Asia Centrale alla Regione Indo-Pacifica. Quest'anno, inoltre, abbiamo avuto l'opportunità di conoscere l'opinione dei nostri colleghi dalla Mongolia, dall'India, dalla Cina e da altri Paesi.

L'agenda del Forum Economico Eurasiatico di Verona ha subito un'evoluzione simile. All'inizio, il tema centrale era la situazione in campo energetico, a partire dal tema della sicurezza, e della cooperazione nel quadro della Grande Europa: fattore che, purtroppo, dev’essere rafforzato. Oggi, invece, diamo la priorità al futuro dell'energia. Diverse sezioni sono state dedicate a questo tema nel corso delle discussioni che hanno avuto luogo qui a Baku. Ma non meno attenzione abbiamo dedicato alle discussioni su finanza, tecnologie, industria, trasporti e logistica. In un senso più ampio, abbiamo parlato del futuro del mondo, del peggioramento delle relazioni internazionali, del posto dell'uomo nel mondo odierno e della preoccupazione per il suo benessere, di un'agenda climatica realistica e del nuovo modello emergente dello sviluppo socio-economico, nonché della sua incompatibilità con logiche irresponsabili e opportunistiche nella gestione degli affari internazionali.

La natura rappresentativa del Forum Economico Eurasiatico di Verona, e la sua fondamentale importanza per tutta la “macroregione” delle questioni che stiamo discutendo, ci danno il diritto e ci consentono di rivolgerci ai nostri Paesi e ai nostri popoli e di sperare che il nostro appello venga ascoltato. Ma deve essere seguito da decisioni pratiche ed esempi concreti.

Non c'è alternativa ad un'ampia cooperazione internazionale, paritaria e inclusiva. La diplomazia del business ha un ruolo importante in questo contesto. Tutti i Paesi, tutte le regioni del pianeta hanno ugualmente bisogno di tale cooperazione. Fino a poco tempo, tutti lo capivano molto bene, lo apprezzavano e lo sostenevano. Grazie a questa cooperazione, il G-20 è stato in grado di fermare, nel 2008, in tempi relativamente brevi, seppure temporaneamente e con misure non strutturali, la crisi economica e finanziaria globale. Ora tale cooperazione ha subito duri colpi. Occorre non tanto tornare alla fase precedente, quanto superare e allargare il G20: è un imperativo assoluto. Invitiamo tutti i Paesi, tutti i popoli che aspirano ad un futuro comune, ad unire gli sforzi per stabilire una più ampia cooperazione internazionale equa e inclusiva: dialogo, non scontro; sviluppo, non decrescita.

A costo di infiniti sacrifici e perdite, numerose guerre e conflitti, come valore più alto dell’attività internazionale, l'umanità ha coniato la massima “pacta sunt servanda” – i patti devono essere rispettati. Il rispetto rigoroso di questa massima, l'adempimento obbligatorio dei contratti conclusi, la sacralità di queste parole consentono la creazione di una situazione fondata sulla certezza del diritto, sul rispetto e sulla fiducia reciproca. Senza di essi, senza l'inviolabilità della proprietà privata, la tutela dei principi di un'economia di mercato aperta, né progetti economici a lungo termine, né affari correnti, né pianificazione della vita umana sono possibili. Chiediamo che prevalga il buon senso e che si abbandoni qualsiasi violazione dell'osservanza dei trattati internazionali, dell'esecuzione dei contratti conclusi e della proprietà privata.

In parole povere, tutti concordano sul fatto che la persona umana, con i suoi interessi e le sue necessità, debbano essere posti alla base dello sviluppo economico. Tutti sostengono che il normale sviluppo economico dovrebbe andare di pari passo con lo sviluppo della personalità umana, spirituale, intellettuale e morale. Ma poco si sta facendo per raggiungere questo obiettivo. Nella maggior parte dei casi vengono proclamati solo altisonanti slogan che non hanno seguito nei fatti. Ciò non può più essere tollerato. Chiediamo a tutti di unirsi a noi e mettere davanti alla diplomazia popolare, sociale e del business, l’interesse della persona umana. Il nostro obiettivo è che tale criterio sia decisivo nel momento in cui viene presa una qualsiasi decisione politica.

Organizzare a Baku il Forum Economico Eurasiatico di Verona è solo un primo passo, a cui farà seguito lo svolgimento in altre città della nostra “macroregione”. Baku non è stata scelta per caso. Si trova nel cuore dell'Eurasia. Per la sua cultura, le sue tradizioni, la sua storia e la sua geografia politica, Baku si trova sia in Asia che in Europa. Per molti anni, l'Azerbaigian è riuscito a perseguire una politica multilaterale di cooperazione e interazione con vari Paesi e gruppi di Paesi appartenenti a sistemi politici e statuali diversi. Saremo guidati da queste stesse considerazioni nella scelta di altre sedi per il Forum che andrà nel cuore dell'Eurasia. Con tale impegno, intendiamo mobilitare un più ampio sostegno pubblico internazionale verso il nostro appello. Siamo sicuri che la Grande Eurasia abbia un enorme potenziale creativo. Il nostro compito comune è quello metterlo al servizio di uno sviluppo creativo pacifico del nostro pianeta.

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