Pepe Escobar - Tutte le strade portano a Pechino

di Pepe Escobar – Strategic Culture

[Traduzione a cura di: Nora Hoppe]

Questo è il racconto di due pellegrini che seguono la strada che conta davvero nel giovane XXI secolo: uno proveniente dal NATOstan e l'altro dai BRICS.

Cominciamo con Le Petit Roi, Emmanuel Macron. Immaginatelo con un sorrisino di plastica in faccia mentre passeggia accanto a Xi Jinping a Guangzhou. Seguendo il suono – disteso e soave – del classico "Alta montagna e acqua che scorre", entrano nella Sala Baiyun per ascoltarlo suonato dal Guqin (uno strumento bellissimo) di 1000 anni. Assaggiano poi la fragranza del tè millenario – e riflettono sull'ascesa e la caduta delle grandi potenze nel nuovo millennio.

E cosa dice Xi a Le Petit Roi? Spiega che quando si ascolta questa musica eterna suonata da questo strumento eterno, ci si aspetta di essere in compagnia di un amico del cuore; si è in sintonia con l'alta montagna e con l'acqua che scorre. Questo è il significato più profondo dell'antica storia dei musicisti Yu Boya e Zhong Ziqi, 25 secoli fa nel Regno di Chu: l'amicizia di cuore. Solo gli amici di cuore possono capire questa musica.

E con questo, come hanno spiegato gli studiosi cinesi, Xi ha tirato fuori il concetto di Zhiyin. Dopo la morte di Zhong Ziqi, Yu Boya ruppe il suo Guqin: pensava che nessun altro potesse capire la sua musica. La loro storia ha impresso il termine "Zhiyin": qualcuno che capisce la musica, con l'aggiunta del significato di amici intimi che possono capirsi completamente.

Non c'è da scommettere che un burattino narcisista come Macron sarà mai abbastanza colto da comprendere il sottile e sofisticato messaggio di Xi: chi lo capisce è una vera anima gemella. Inoltre, Macron non è stato inviato a Pechino e Guangzhou dai suoi padroni per fare l'anima gemella, ma per cercare di piegare Xi alla NATO sulla Russia/Ucraina.

Il suo linguaggio del corpo tuttavia non lascia dubbi – incrocia le braccia per dimostrare la sua noia. All'inizio poteva essere insensibile all'idea che la vera amicizia richiede comprensione e apprezzamento reciproci.

Ma poi è successo qualcosa di straordinario. Il messaggio di Xi potrebbe aver toccato un punto chiave nel tormentato intimo del narcisista Petit Roi. E se nelle relazioni internazionali la comprensione e l'apprezzamento reciproci fossero la chiave per far sì che le nazioni trovino un terreno comune e lavorino insieme verso obiettivi comuni?

Una nozione rivoluzionaria; non esattamente l'"ordine internazionale basato su regole" imposto dall'Egemone.

Ma Lei è un vero Sovrano?

Invitando Le Petit Roi in Cina e trascorrendo personalmente non meno di 6 ore con il suo ospite, Xi ha messo in atto una diplomazia millenaria al suo meglio. Ha ricordato al suo ospite la turbolenta storia tra la Francia e le potenze anglosassoni e ha parlato di sovranità.

La sottile sottotrama chiave: "L'Europa" farà meglio a pensare bene di essere sottomessa all'Egemone e a minimizzare il più possibile le enormi turbolenze economiche quando arriverà il Giorno del Confronto con gli Stati Uniti. È implicita la priorità di Pechino di spezzare i crescenti tentativi statunitensi di accerchiare la Cina.

Xi ha quindi trattato la Francia come un potenziale vero Sovrano nonostante l'appartenenza all'UE… o forse è stato visto come un po' distaccato dal dogma dell'UE..

Naturalmente questo invito confuciano alla crescita epistemologica implicava un altro messaggio chiave. Per coloro che non sono disposti ad essere amichevoli con la Cina a causa di complessi strati geopolitici, non sarà mai troppo tardi per Pechino mostrare il lato meno "amichevole" dello Stato cinese – se la situazione dovesse presentarsi.

Traduzione: se l'Occidente punta al Machiavelli totale, la Cina applicherà il Sun Tzu totale… Anche se Pechino preferirebbe optare per relazioni internazionali sotto l'egida della Bellezza, della Bontà e della Verità piuttosto che del "sei con noi o contro di noi", della guerra del terrore e della demenza delle sanzioni.

Il Petit Roi ha dunque vissuto un momento di "Strada di Damasco"? Il verdetto è aperto. Ha letteralmente fatto sclerare l'Egemone con il suo sfogo sul fatto che l'Europa deve resistere alle pressioni per diventare dei "seguaci dell'America". Questo è praticamente in sintonia con i 51 punti concordati da Pechino e Parigi, con l'accento sulle "legittime preoccupazioni di sicurezza di tutte le parti".

Gli americani si sono sbigottiti ancora di più quando Macron ha affermato che l'Europa dovrebbe diventare una "terza superpotenza" indipendente. Le Petit Roi ha persino avanzato qualche piccolo passo a favore della de-dollarizzazione (certamente sotto la supervisione dei suoi padroni finanziari) e non a favore delle Guerre in eterno.

Così gli americani, in preda al panico, hanno dovuto inviare in fretta e furia a Pechino la quinta colonna tedesca Annalena "360 gradi" Baerbock per cercare di annullare le eruzioni di Le Petit Roi – e riaffermare il copione ufficiale di "Washington gestisce Bruxelles". Ma nessuno, da nessuna parte, ne ha prestato la minima attenzione.

Questo si aggiunge alla sottotrama più clamorosa dell'intera vicenda: il modo in cui la Dominatrix della Commissione europea Ursula von der Leyen è stata trattata da Pechino: ancora peggio di un'irrilevanza. Uno studioso cinese l'ha descritta in modo sprezzante come "un mero portavoce di un'organizzazione canina senza denti. Persino il suo abbaiare sembra il lamento di un cane malato terminale che sta per essere eutanasizzato".

Il "cane malato terminale" ha dovuto passare il controllo passaporti e la dogana ("Niente da dichiarare?") Nessuno status diplomatico. Nessun invito ufficiale. Nessuna sovranità. E no, non puoi prendere il treno speciale ad alta velocità insieme a Macron per andare a Guangzhou. Ecco quindi un altro messaggio – questo piuttosto grafico: Non si scherza con l'etica del Regno di Mezzo, che risale a 3.000 anni fa.

Lula e "Zhiyin"

I più eminenti studiosi cinesi sono rimasti assolutamente folgorati dall'applicazione da parte di Xi di stratagemmi diplomatici che erano stati tanto utili 25 secoli fa, ora riproposti sul palcoscenico della strada verso la multipolarità globale.

C'è chi chiede una nuova "Strategia degli Stati Combattenti" riscritta per il XXI secolo. L'enorme tavola rotonda allestita dal protocollo cinese con la "giungla" al centro e Macron e la von der Leyen posizionati come per un colloquio di lavoro ha avuto un colpaccio strepitoso su Weibo e WeChat. Ne sono scaturite infinite discussioni su come la Cina sia ora finalmente in grado di "spingere un cuneo tra i barbari".

Rispetto a tutto questo clamore, il racconto della visita del presidente brasiliano Lula a Shanghai e a Pechino sembra un'illustrazione grafica di Zhiyin.

Lula ha puntato alla giugulare fin dall'inizio, durante l'insediamento dell'ex presidente Dilma Rousseff come nuovo presidente della NDB, la banca dei BRICS.

Con un linguaggio semplice e diretto, comprensibile a chiunque dal Sahara alla Siberia, Lula ha detto: "Ogni notte mi chiedo perché ogni Paese debba essere legato al dollaro per gli scambi commerciali? Perché non possiamo commerciare con le nostre valute? E perché non abbiamo l'impegno di innovare?".

È direttamente implicito il fatto che il BRICS+ in espansione dovrebbe progettare e promuovere una propria valuta (il lungo e complesso processo è già iniziato), oltre a consentire il commercio nelle valute nazionali.

Il potente messaggio di Lula era rivolto all'intero Sud Globale. Un esempio brasiliano è la creazione da parte della cinese ICBC di una camera di compensazione in Brasile che consente lo scambio diretto yuan-real.

Non c'è da stupirsi che il Washington Post, organo ufficiale della CIA, con la schiuma alla bocca, abbia immediatamente emesso il verdetto dello Stato Profondo: Lula non sta obbedendo al diktat dell'"ordine internazionale basato sulle regole".

Ciò significa che lo Stato Profondo si scaglierà contro Lula e il suo governo – ancora una volta – e farà di tutto per destabilizzarlo. Perché ciò che ha detto Lula è esattamente ciò che Saddam Hussein e il colonnello Gheddafi avevano detto – e cercato di attuare – in passato.

Quindi Lula avrà bisogno di tutto l'aiuto possibile. Entri in scena, ancora una volta, "Zhiyin".

Ecco come Xi ha accolto ufficialmente Lula a Pechino. Pochissime persone al mondo, non cinesi, capiscono che quando qualcuno della statura di Xi ti dice, direttamente, che sei "un vecchio amico della Cina"… è il colmo.

Tutte le porte si aprono. Si fidano di te, ti abbracciano, ti proteggono, ti ascoltano, ti aiutano nel momento del bisogno e faranno sempre del loro meglio per mantenere l'amicizia vicino ai loro cuori.

E questo conclude, per ora, la nostra storia di "amici del cuore" che prendono la strada di Pechino. L'amico dei BRICS ha certamente capito tutto quello che c'è da sapere. Per quanto riguarda il Piccolo Re del NATOstan, che sogna di diventare un vero leader sovrano, il momento della Verità sta bussando alla sua porta.

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