Manlio Dinucci: "A settembre la Nato userà l'Italia per esercitarsi alla guerra con la Russia e nessuno lo sa"

Intervenendo al Convegno “#NoGuerra #NoNato, Per un Paese sovrano e neutrale” tenutosi oggi al Senato, Manlio Dinucci affronta la questione dell'escalation delle tensioni con la Russia. “Quando parlo di Russia, non parlo di angioletti. Ma in base agli interessi economici e politici della Russia, la domanda a cui nessuno risponde è: conveniva a Mosca aprire un fronte in Europa? Certo che no”. Piazza Indipendenza a Kiev è stata a lungo preparata, ci sono le prove e ora c'è un nuovo fronteggiamento sempre più pericoloso.
Poi Dinucci si è soffermato sulle varie esercitazioni militari della Nato che lasciano presagire uno scenario drammaticamente pericoloso. Dopo una prima fase definita “magnifico balzo” (Noble Jump) tenutosi in aprile in Polonia con la partecipazione di forze tedesche e italiane, si è avuta la seconda recentemente a largo della Scozia, definita Joint warrior, e per ammissione della stessa Nato è stata la maggiore esercitazione navale: vi partecipano dall'11 al 24 aprile 50 navi da guerra (tra cui un gruppo italiano) e 70 cacciabombardiere (che, bisogna sempre ricordarla, hanno duplice capacità anche nucleare). Il tutto serve a preparare la madre di tutte le esercitazioni per la cosiddetta “Trident Juncture 2015” (TRJE15) – la maggiore esercitazione dalla caduta del Muro di Berlino ad oggi che si tierrà in Italia dal 28 settembre al 9 novembre ed in cui parteciperanno tutte le forze della Nato. “Verranno ad esercitarci alla guerra qui in Italia”.
In questo stato delle cose, prosegue Dinucci, il problema è agire su un'opinione pubblica che ha subito un continuo martellamento delle armi di distrazione di massa. “Prima di militarizzare i territori bisogna pensare a militarizzare le menti. Se un'opinione pubblica accetta tutto, montata dal dramma del Mediterraneo, si accetterà anche l'assurdo mandare di mandare nuovi militari in questa fase storica”, ha proseguito.
E poi, secondo fase del ragionamento di Dinucci, bisogna far capire alle persone che tutto questo costa: l'Italia spende, secondo dati della Nato, ogni giorno per spese militari che supera i 52 milioni di euro al giorno, più o meno la stessa cifra viene ammessa dal Ministero della Difesa. Ma oltre a questa ci sono le spese iscritte al Ministero delle finanze per le missioni e quelle iscritte al ministero dello sviluppo. Studi attendibili ed autorevoli che i parlamentari dovrebbero predenre a riferimento quantificano oggi il tutto in 80 milioni di euro al giorno che i lnostro paese spende per la sua difesa. Ma non basta, ora la Nato preme che la spesa militare venga portata al 2% del Pil: parliamo di 100 milioni di euro al giorno. E' uno degli argomenti tabù oggi. “Non si tratta di proporre di cancellare gli eserciti, si tratta di eliminare le spese che travalicano l'art.11 della Cost: mezzi d'assalto, missioni di guerra come in Afghanistan, F-35.... etc...”, ha concluso ribadendo il suo appello perché ci sia una mobilitazione di massa che chieda l'uscita del nostro paese dalla Nato.

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