La confisca dei beni russi nel caso Yukos accelererà il declino del dollaro. Ron Paul


Mentre gran parte del mondo attende di consocere l'epilogo della crisi del debito greco, la Corte permanente di arbitrato dell'Aja ha dato ragione agli azionisti della ex compagnia petrolifera Yukos nel loro caso contro il governo russo. I governi di Belgio e Francia hanno immediatamente congelato i beni statali russi nei loro paesi, provocando naturalmente l'ira del governo russo, scrive Ron Paul sul sito del suo Istituto.
La tempistica di queste azioni è abbastanza curiosa poichè è arrivata mentre la crisi greca in Europa sembrava aver raggiunto un punto di non ritorno e la Grecia, che forse aveva abbandonato la possibilità di un riavvicinamento con l'Europa, ha fatto aperture alla Russia in cambio di un aiuto per uscire dal pasticcio. E con la recente dichiarazione del FMI che ha promesso il suo pieno e incondizionato sostegno all'Ucraina, è diventato ancora più chiaro che il FMI e altre importanti istituzioni multilaterali non sono organismi tecnici, ma piuttosto lacchè totalmente asserviti alla politica estera di Washington.
Il governo degli Stati Uniti sta cercando disperatamente di aggrapparsi alla nozione di un mondo unipolare, con gli Stati Uniti al centro a dettare gli affari esteri e la politica monetaria, mentre i suoi stati clienti eseguono le istruzioni. Ma l'ordine del mondo non è unipolare, e l'esistenza di Russia e Cina ce lo ricorda. Per decenni, gli Stati Uniti hanno beneficiato come creatore e difensore della valuta di riserva del mondo, il dollaro. Questo ha permesso agli americani di vivere al di sopra dei propri mezzi mentre beni stranieri venivano importati negli Stati Uniti, e dollari sempre più senza valore venivano inviati all'estero. Non c'è da meravigliarsi se dopo oltre 70 anni il mondo inizia a ribellarsi a questo sistema
Gli europei hanno cercato di creare la propria moneta per competere con il dollaro, ma l'euro sta mostrando tutta la sua fragilità. L'Unione europea, tuttavia, non è mai stata avvertita come una minaccia da parte degli Stati Uniti. Per Washington, Russia e la Cina, d'altra parte, rappresentano una minaccia molto più credibile al dollaro, in quanto hanno sia i mezzi e la motivazione per formare un sistema monetario alternativo sostenuto dall'oro per competere contro il dollaro. Questo è ciò che teme il governo degli Stati Uniti, ed è per questo il presidente Obama e i suoi alleati occidentali stanno rischiando una guerra catastrofica provocando la Russia con questo tipo di attacchi attivi politicamente motivati. Avendo esaurito le carote, gli Stati Uniti stanno ricorrendo al bastone.
Il governo americano sa che la Russia non accetta i dettami di Washington, ma reagisce come un bambino petulante ogni volta che la Russia osa esercitare la sua sovranità. L'esistenza di un paese che non si piega alle richieste di Washington è un peccato imperdonabile che va punito con sanzioni economiche, cercando di bloccare la Russia fuori dai mercati finanziari mondiali; minacciando l'assegnazione dei Mondiali del 2018; e ora con il sequestro dei beni dello Stato russo.
Finora la risposta russa è stata incredibilmente trattenuta, ma questo non può durare per sempre. La pressione economica continua da parte dell'Occidente può benissimo portare ad un accordo monetario sino-russo che alla fine detronizzerà il dollaro. Il risultato finale di questo bullismo inutile da parte degli Stati Stati potrebbe accelerare l'unica cosa che Washington teme di più: un sistema monetario mondiale nel quale gli Stati Uniti non hanno alcuna voce in capitolo e il dollaro è relegato a secondo violino.

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