Le multinazionali vincono ancora: dopo il voto di oggi al Senato Usa, il TPP sarà realtà


Dieci giorni fa sembrava che corporativismo americano avesse finalmente subito una battuta d’arresto quando la Camera ha inaspettatamente detto 'no' a Barack Obama che chiedeva un mandato per accelerare la chiusura del TPP, l'accordo commerciale con i 12 Paesi dell'area del Pacifico, una delle priorità assolute del suo secondo mandato. Purtroppo si è trattata di una vittoria di Pirro.. Ieri il Senato ha approvato una mozione procedurale, con una maggioranza qualificata di 67 voti a 37 e il sostegno chiave di 13 democratici, che ha aperto la strada al voto di oggi nel quale basterà una maggioranza semplice.
E Il voto previsto per oggi al Senato in America dovrebbe consacrare l'agenda commerciale del presidente Barack Obama e concedergli la tanto agognata "fast track", la delega parlamentare necessaria al presidente per firmare trattati commerciali - TPP e TTIP, in questo caso - senza il rischio di emendamenti.
Quella che sembra destinata ad essere la più grande vittoria legislativa del secondo mandato di Obama è venuta con l'aiuto degli avversari repubblicani. Molti democratici si oppongono al Trans-Pacific Partnership e ad accordi commerciali simili perché ritengono possano mettere a repentaglio posti di lavoro americani.
Sostenendo che l'accordo commerciale è fondamentale per contrastare l'aumento del potere economico della Cina, Obama ha superato l'opposizione dei grandi sindacati e dei colleghi democratici forgiando un'alleanza con lo Speaker della Camera John Boehner e il leader della maggioranza al Senato, Mitch McConnell.
"A portata di mano è l'occasione di plasmare l'economia globale di domani in modo che rifletta sia i nostri valori che i nostri interessi", ha detto il rappresentante del commercio Michael Froman.

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