L'ennesimo fallimento del FMI: Ucraina in default il 24 luglio


di Eugenio Cipolla

L’incontro decisivo dovrebbe tenersi martedì 30 giugno. Al tavolo delle trattative, assieme a Natalia Jaresko, ministro delle Finanze ucraino, siederà anche una delegazione del Fondo Monetario Internazionale. Dall’altra parte della barricata bisognerà affrontare l’esigente comitato dei creditori privati, guidato dall’americana Franklin Templeton, per cercare di trovare una soluzione alla ristrutturazione del debito estero di Kiev. I negoziati vanno avanti a ritmi serrati da diversi mesi, ma fino ad ora non si è riusciti ad arrivare a un compromesso che accontentasse tutte le parti. Da un lato, l’Ucraina punta a risparmiare 15,3 miliardi di euro, dall’altra i creditori privati non sembrano intenzionati a rinunciare ai propri interessi.
La situazione per l’ex Repubblica sovietica si fa sempre più difficile. Dal punto di vista finanziario l’altro giorno è arrivata la mazzata del Fondo Monetario Internazionale, che attraverso un suo portavoce ha fatto sapere che Washington ritiene i tre miliardi prestati dalla Russia all’Ucraina lo scorso anno parte del debito pubblico e non privato, quindi non soggetto a ristrutturazione. Da Kiev non è arrivato nessun commento, ma fonti di governo hanno sottolineato un certo disappunto da parte di Arsenij Yatsenyuk e Petro Poroshenko, i quali vedevano la non restituzione di quei tre miliardi come una sorta di vendetta verso Putin per quanto sta accadendo in Donbass.
Intanto a tutti i livelli di governo è arrivato l’ordine di preparare psicologicamente i mercati internazionali a un sempre più probabile default del paese. A iniziare l’operazione ci ha pensato qualche giorno fa il premier Yatsenyuk. «L’Ucraina non può permettersi di rispettare gli obblighi derivanti dai debiti accumulati negli ultimi tre anni. Dobbiamo impiegare il 5% del Pil nel settore della Difesa e al momento non ci sono i margini per rimborsare i creditori», ha detto il leader del Fronte Popolare. Parole che hanno trovato l’eco di Natalia Jaresko, la quale ha precisato che il paese potrebbe “teoricamente” annunciare un default alla fine del prossimo mese.
Insomma, l’immediato futuro non promette niente di buono. Ieri Artem Shevalev, viceministro dell’economia di Kiev, ha precisato che un default sul debito estero dell’Ucraina non avrebbe un impatto sull’economia del paese. «L’impatto di una tale decisione in una situazione interna sarà piuttosto limitato. La principale conseguenza di un possibile scenario sarebbe l’incapacità dello Stato o delle imprese ucraine ad accedere a prestiti su mercati esteri».
Diversi analisti di Goldman Sachs, citati ieri da Bloomberg, hanno confermato le stime del governo ucraino: il default è atteso entro luglio. «Il paese – è l’opinione di diversi esperti della società americana – si trova ad affrontare una crisi di solvibilità e liquidità. Molto probabilmente non sarà in grado di garantire il pagamento delle cedole obbligazionarie in scadenza nel prossimo mese». La data decisiva sarà il 24 luglio e se Kiev non pagherà passerà a uno stato di insolvenza. E’ a quel punto che sull’Europa e sul Fondo Monetario Internazionale si materializzerà l’ennesimo spettro di un fallimento annunciato, con le politiche di austerità che non hanno portato ai risultati sperati.

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